“I pentecostali in Italia” a cura di C. Napolitano – Recensione

 

I pentecostali in Italia è il titolo del volume edito dalla Claudiana nel 2021, frutto del lavoro di almeno due anni di ricerca da parte del gruppo di “studiosi” della Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose con la supervisione del preside Carmine Napolitano che ne ha curato la stesura e come tale ha guidato gli autori, controllato e approvato i manoscritti dopo le opportune verifiche assumendosene tutte le responsabilità. [QUI]

Noi questo volume l’abbiamo letto e purtroppo dobbiamo dire che, al di là dell’autocelebrazione con cui è stato presentato, ci siamo trovati tra le mani un testo mediocre, in gran parte compilativo e riassuntivo di tutta una serie di resultanze già disponibili sul fenomeno pentecostale e con delle carenze importanti in ambito bibliografico. Insomma, ci siamo trovati di fronte a un volume che in gran parte non fa che ripetere quanto già scritto da altri in salsa apologetica e a tratti persino in salsa agiografica, senza quel contributo accademico e innovativo che invece ci saremmo aspettati da persone che pretendono di presentarsi come studiosi. E così possiamo dire che il volume a “(tras)cura” di Carmine Napolitano, che come vedremo non ha verificato nemmeno le fonti citate, rappresenta il nulla. L’unica eccezione positiva, ma ben poca cosa rispetto ai proclami annunciati, è il capitolo di S. Giovannini che perlomeno prova a dire qualcosina di nuovo sebbene limitato alle vicende che riguardano la storia della propria famiglia. Perciò ci rivolgiamo al preside Carmine Napolitano, che in quanto curatore del volume ne è il responsabile, perché in questo volume abbiamo riscontrato delle vere e proprie mistificazioni.

 

1. Henry Ness aiutò le ADI ad ottenere il riconoscimento giuridico. FALSO!

A pag. 155, nota 29, viene asserito che Henry H. Ness abbia aiutato le “Assemblee di Dio in Italia” (ADI) ad ottenere il riconoscimento giuridico. Facciamo una premessa necessaria: il primo ad avere fornito informazioni di rilievo su Henry Ness è stato G. Butindaro nel volume “La Massoneria Smascherata” (autoprodotto, Roma 2012) fruibile gratuitamente su internet a cui è seguito, dopo qualche anno, un articolo più specifico a firma di Filippo Chinnici pubblicato in questo stesso sito il 29 maggio del 2021 . Gli autori del volume che stiamo recensendo attingono a piene mani da entrambi, ma senza mai citarli.

Premesso ciò, va detto che non leggiamo mai da nessuna parte, in nessun documento, che Henry H. Ness abbia aiutato le ADI a ottenere il riconoscimento giuridico. Certamente Henry H. Ness può essere considerato a tutti gli effetti il vero fondatore delle “Assemblee di Dio in Italia” (ADI), ne è l’architetto insieme a Frank B. Gigliotti, ma riteniamo del tutto mistificatorio attribuirgli un suo coinvolgimento pure nel riconoscimento giuridico per tante ragioni che spiegare qui, adesso, sarebbe troppo lungo. Ci limitiamo solo a fare notare che in base alla documentazione da noi stessi pubblicata, si evince che i fatti si svolsero diversamente e che dietro il riconoscimento giuridico delle “Assemblee di Dio in Italia” vi furono ben altre mani.

Pertanto, chiediamo al sig. Carmine Napolitano o all’autore Danilo Consiglio di pubblicare una prova documentaria di quanto asserito perché in mancanza di ciò siamo costretti a dichiarare questa affermazione del tutto FALSA !

C. Napolitano (a cura), “I pentecostali in Italia”, ed. Claudiana, settembre 2021, pag. 155

 

Piuttosto, è corretto affermare che Henry H. Ness fu – insieme a Frank B. Gigliotti -, il vero ideatore e realizzatore delle “Assemblee di Dio in Italia”, ma scrivere che li abbia aiutati ad ottenere il riconoscimento giuridico come Ente Morale è una vera e propria menzogna.

 

2. Nel Convegno del 1946 si stabilì che il pastorato femminile era ammissibile. FALSO!

A pag. 159 viene affermato che nel Convegno pentecostale del 1946 si decise di ammettere il pastorato femminile. Ci dispiace riscontrare che ci troviamo ancora una volta di fronte a dichiarazioni assolutamente FALSE! Dichiarazioni false sia nella forma che nella sostanza. E a sostegno di quest’altra menzogna, vengono addirittura citati come prova una serie di volumi. Peccato però che – come vi mostreremo -, pure la citazione di questi volumi è artatamente mistificatoria in quanto non parlano affatto di questo argomento.

C. Napolitano (a cura), “I pentecostali in Italia”, ed. Claudiana, settembre 2021, pag. 159

2.A. Falsa la forma

L’espressione “Pastorato femminile” ci è suonata subito strana dal momento che è notorio che si tratta di una terminologia relativamente recente nel mondo pentecostale, ed è altrettanto noto che i pentecostali italiani delle origini per parecchi decenni avversarono il titolo stesso di “pastore” perché collegato al mondo protestante e riferentesi a mercenari stipendiati (come li definivano i pentecostali italiani delle origini) mentre loro si definivano semplicemente “cristiani”. Pertanto, il titolo “pastore” era avversato a prescindere dal genere sessuale, preferendogli quello di “Anziano” (la bibliografia in merito abbonda, ma citiamo giusto F. Toppi, “E mi sarete testimoni”, p.47) e sorprende non poco che chi pretende di presentarsi come “studioso” faccia poi errori così elementari, considerato che stiamo parlando di informazioni ben note nel mondo pentecostale. Tant’è vero che – come vedremo -, negli atti del convegno non solo non si parla di “ministero pastorale” – cosa impensabile per il pentecostalismo di quegli anni persino per gli uomini -, ma non si parla nemmeno di “ministero di Anziano” come venivano chiamati allora i conduttori pentecostali. Si parla molto più semplicemente di “ministerio dell’insegnare” che spiegheremo più avanti. Un dettaglio tutt’altro che secondario alla luce di quello che falsamente si vuole sostenere nel libro a cura della Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose.

2.B. Falsa la sostanza

Da subito ci è apparso evidente che ci trovavamo dinanzi a un’altra affermazione falsa. Perciò incuriositi siamo andati a verificare, una per una, le fonti citate e – udite, udite -, abbiamo scoperto che non solo l’informazione era FALSA, ma erano FALSE pure le citazioni! Infatti, nessuno dei volumi citati a sostegno delle affermazioni, parlava del pastorato femminile; anzi, non parlavano affatto del ministero pentecostale. Ci siamo chiesti, ma gli “studiosi” della Facoltà Pentecostale sanno leggere? Se sia incompetenza o malafede, giudicatelo voi dopo avere fatto le dovute verifiche di quello che stiamo dicendo.

Per verificare meglio ciascuna di queste opere clicca nei link che seguono.

  • S. Esposito, “Un secolo di pentecostalismo italiano”, The Writer 2013, p.92 [clicca QUI]
  • F. Toppi, “Vincenzo Federico”, ADI-Media, Roma 2006, p.99 [clicca QUI]
  • F. Toppi, “E mi sarete testimoni”, ADI_media, Roma 1999, p.75 [clicca QUI]
  • C. Napolitano, “Giuseppe Petrelli, teologo pentecostale delle origini”, ed. Fondazione Charisma, Aversa 2015, p.107 [clicca QUI]

Quindi, visto che i volumi citati nella nota a pie’ della pagina 159 non dicono affatto quello che viene attribuito loro, ci si chiede da quale cilindro sia saltato fuori che nel Convegno nazionale del 1946 si stabilì che il ministero pastorale era ammissibile. Non solo, ma ci siamo pure chiesti la ragione di tale mistificazione. Perché mentire in modo così spudorato? E perché per sostenere tali bugie si sia deciso di citare volumi che parlano di tutt’altro? Quali ragioni si nascondono dietro questo comportamento a dir poco inclassificabile?

I lettori onesti si domanderanno: quante altre citazioni false contiene il volume? Questi pseudo-studiosi sono affidabili? Ci dicono la verità o ci stanno ingannando?

Allora siamo andati a leggerci direttamente gli atti di quel convegno per verificare come stanno le cose. E abbiamo deciso di condividerveli (solo il paragrafo che ci riguarda) in modo che voi stessi possiate verificare andando direttamente alle fonti.

Come leggiamo negli Atti del convegno che alleghiamo, notiamo che si parla vagamente di “ministerio dell’insegnare” e niente affatto di “ministerio della parola” o “ministerio pastorale” – che come tutti gli studiosi seri sanno è la terminologia pentecostale per riferirsi al pastorato. Né leggiamo – peggio ancora -, l’espressione “pastorato femminile” (che ai pentecostali italiani di allora, non passava nemmeno per l’anticamera del cervello). Gli Atti di quel Convegno si riferiscono semplicemente a quelle attività didattiche che allora si svolgevano nelle piccole riunioni in casa. E persino questo “ministerio dell’insegnare” delle donne non solo si svolgeva nella case private ma era considerato un’eccezione.

Non si riferisce affatto al ministero pastorale quanto piuttosto all’evangelizzazione personale e all’ ISTRUZIONE PRIVATA dei nuovi convertiti come peraltro era sempre accaduto. Si veda, ad esempio, il caso di Lucia Menna oppure il gruppo delle “emancipate” sorelle romane (A.G. Paretti, F. Laudisa, T.R. Nigido). Insomma, si parla di riunioni in case private, tant’è vero che viene specificato: “lasciandolo (il ministero dell’insegnare) quando questo possa essere espletato da fedeli di sesso maschile”.

D’altronde, i pentecostali di allora non potevano impedire questo “ministerio dell’insegnare” alle donne perché questo avrebbe significato non solo rinnegare quanto era accaduto fino a quel momento, ma chiudere molti gruppi privati. Impedire alle donne persino di riunirsi in una casa privata senza la presenza di uomini qualificati ad ammaestrare, significava ostacolare lo sviluppo della testimonianza pentecostale poiché è noto che gran parte delle comunità pentecostali italiane di quel periodo erano situate in piccoli paesini rurali e composte prevalentemente (e in alcuni casi esclusivamente) da donne.

Nelle chiese pentecostali italiane le donne hanno sempre evangelizzato, esortato e insegnato nelle scuole domenicali pur senza esercitare mai il “ministero della parola” che è sempre stato prerogativa degli uomini. Perciò le donne pentecostali venivano definite tutt’al più “diaconesse” ma MAI leggiamo “Anziane” o “Anzianesse”. Un qualsiasi riferimento a un presunto quanto inesistente “pastorato femminile” esiste solo nelle menti fantasiose dell’autore dell’articolo e del curatore del volume che l’ha approvato.

Tant’è vero che – repetita iuvant -, negli atti del convegno si parla di “ministerio dell’insegnare” e non di “ministerio di Anziano” come venivano chiamati allora i “pastori”. Un dettaglio importante alla luce della mistificazione messa in atto dagli pseudostudiosi della Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose. L’altra cosa da notare è che viene usato il verbo e non il sostantivo – ossia “ministerio dell’insegnare” e non “ministerio dell’insegnamento”-, volendo così sottolineare ulteriormente la funzione più che un eventuale, quanto improbabile, titolo ministeriale, che gli illustri intellettualoidi della Facoltà pentecostale di Scienze religiose definiscono addirittura “pastorato femminile”. Una definizione che era aborrita dai pentecostali italiani delle origini e, per certi versi, pure di quelli contemporanei.

Di cosa stiamo parlando? È evidente, quindi, l’intento mistificatorio del volume che stiamo recensendo quando parla di “pastorato femminile”. Una mistificazione attuata sia nella forma che nella sostanza volendo presentare aperture a dinamiche moderne che i pentecostali dei primi decenni, e per molti versi pure attuali, aborrivano. Che dire, siamo ai poli invertiti.

 

Raccolta degli Atti dei Convegni Nazionali e delle Assemble Generali 1928-1969, p.16

 

3. Nel 1947, a ridosso della nascita delle ADI, Henry Ness fece degli studi di carismatica e testimoniò al Papa. FALSO!

A pag. 160 troviamo altre menzogne che per ragioni didattiche abbiamo provveduto a suddividere in tre paragrafi: A) mistificazioni, B) plagio e C) analfabetismo funzionale o malafede.

C. Napolitano (a cura), “I pentecostali in Italia”, ed. Claudiana, settembre 2021, pag. 160

3.A. Le mistificazioni

Le mistificazioni qui sono più di una. La prima è quella secondo cui il tema degli studi biblici che H. Ness tenne per ben dieci giorni (5-15 agosto 1947) proprio a ridosso della nascita delle ADI (16-18 Agosto 1947) sia stato “Il battesimo nello Spirito Santo e i carismi”, e la seconda è che nell’udienza privata con Papa Pio XII, Henry Ness abbia testimoniato del Vangelo. Ma andiamo per ordine.

3.A.1. LA CONFERENZA DI HENRY H. NESS

Che le affermazioni contenute in questo volume siano false, è lo stesso Henry H. Ness in persona a dircelo. L’argomento degli studi presentati da Henry Ness è estremamente importante, anzi, oserei dire fondamentale, poiché essi costituiranno la base dottrinale su cui si poggerà l’imminente nascita delle “Assemblee di Dio in Italia”. L’argomento degli studi fu, secondo le parole dello stesso Henry Ness, “il governo della chiesa e l’organizzazione” come leggiamo nell’organo delle Assemblee di Dio statunitensi – The Pentecostal Evangel, 11 ottobre 1947, pag. 11 -, e di cui alleghiamo una copia. Naturalmente, sia per la tematica affrontata sia per la durata della conferenza (ben dieci giorni) non poté non parlare pure del battesimo nello Spirito Santo e dei carismi per convincere i conduttori (che allora si chiamavano “Anziani” e non “pastori”) sulla necessità di darsi una forma organizzativa. Però, va sottolineato, che furono tutt’al più argomenti complementari rispetto a quello principale, come emerge chiaramente dalle parole dello stesso Henry Ness.

Indottrinamento e induzione indebita

E non poteva essere diversamente dal momento che l’obiettivo principale di Henry Ness non era l’edificazione dei convenuti, ma la creazione dell’organizzazione “Assemblee di Dio in Italia” come dice lo stesso H. Ness, continuando la lettura dell’articolo, e come emerge ancora più chiaramente da corrispondenza in nostro possesso che ancora non è saltata fuori. Ed è proprio per questo che allora fu attuato un vero e proprio sabotaggio ai danni dei pentecostali italiani. Ci riferiamo, nello specifico, all’indottrinamento da parte di Ness ai danni degli ingenui conduttori pentecostali italiani di allora per convincerli dell’urgenza di creare un’organizzazione religiosa. Una manipolazione psicologica che si basava su due fattori principali.

  1. Il primo consisteva nel convincere i partecipanti che l’organizzazione era biblica e non contraria alla libertà dello Spirito Santo, come invece essi credevano sulla base degli insegnamenti ricevuti da L. Francescon che si rifaceva a W. Durham.
  2. Il secondo motivo consisteva nel manipolare i partecipanti incutendo in loro la paura che atti di intolleranza potessero verificarsi pure dopo lo sbarco degli Alleati. H. Ness fece credere ai conduttori pentecostali che l’unico modo per impedire che si ripetessero azioni di intolleranza come quelli che avevano subito durante il regime fascista, era necessario creare un’organizzazione tramite la quale, poi, unire le forze per chiedere insieme il riconoscimento giuridico.

Questo spiega il bombardamento psicologico a cui furono sottoposti per dieci giorni di fila i conduttori pentecostali presenti a quel convegno. Un bombardamento che – per quel che ne sappiamo -, non ha pari in tutta la storia del pentecostalismo. I semplici conduttori pentecostali di allora furono sottoposti a ben dieci giorni di studi con ben tre sessioni giornaliere. Si trattò di un vero e proprio bombardamento psicologico di massa mai registrato nella storia del pentecostalismo. Un bombardamento e un martellamento continui di cui furono vittime quei conduttori, per lo più braccianti agricoli e artigiani, non abituati a pressioni psicologiche come quelli a cui furono sottoposti per dieci giorni, dalla mattina alla sera, con ben tre sessioni giornaliere.

Si trattò di un vero e proprio lavaggio del cervello in salsa “love bombing” che per avere più effetto sarà subito accompagnato da quello che noi abbiamo definito “money bobbing”, ossia il famigerato “Piano Marshal evangelico” che fece giungere fiumi di denaro nelle tasche dei conduttori pentecostali italiani; ma questo è un altro argomento di cui si parla in altri articoli presenti in questo stesso blog. Tant’è vero che lo stesso Henry Ness, continuando la lettura dell’articolo da noi citato, dice che a seguito di questo martellamento riuscì nell’intento e, citiamo testualmente: “L’interesse crebbe ogni giorno e molti espressero il desiderio per formare l’organizzazione Assemblee di Dio in Italia. La questione sarà considerata al Convegno Nazionale che si terrà a Napoli. Preghiamo che qualcosa si riesca a definire proprio lì” (come in effetti poi accadde). Attenzione che queste non sono congetture, ma fatti raccontati dalla diretta penna del massone e agente dei servizi segreti Henry Ness. Tutta questa vicenda si può agevolmente definire “Persuasione indebita” o “induzione indebita” – oggi perseguibile penalmente con il carcere -, poiché H. Ness abusando dei suoi titoli, del suo carisma e dei suoi poteri in virtù delle conoscenze internazionali, promise indebitamente agli anziani conduttori pentecostali di allora la libertà religiosa se avessero abbandonato la visione congregazionalista dei loro pionieri e si fossero organizzati come “Ente morale di culto”, ergo: denominazione e organizzazione religiosa a tutti gli effetti.

The Pentecostal Evangel, 11 ottobre 1947, p.11

3.A.2. L’OGGETTO DELL’INCONTRO TRA HENRY H. NESS E PIO XII

La seconda mistificazione la troviamo nella nota 48 sempre a pagina 160, secondo cui H. Ness si sia incontrato con Papa Pio XII per raccontargli in sostanza la propria esperienza pentecostale. Non nascondiamo di aver fatto fatica a trattenere le risate. Signori miei, ma vi immaginate Henry H. Ness farsi migliaia di km per testimoniare della propria fede al Papa? Siamo seri, la verità è invece un’altra.

The Pentecostal Evangel, 13 settembre 1947, p.13

Henry H. Ness ha avuto un’udienza privata con Pio XII per discutere tante problematiche di geopolitica internazionale in quel tempo particolarmente scottanti che riguardavano il futuro dell’Italia ma pure dell’Europa uscite sconfitte dalla Seconda guerra mondiale. Problematiche, quindi, che non erano solo a carattere religioso. Come facciamo a dirlo? Semplice, perché anche questa volta è lo stesso Henry H. Ness a dircelo quando in un cablogramma inviato proprio quel giorno a un quotidiano statunitense, scrive che con Papa Pio XII ha parlato di: “Condizioni religiose, economiche e politiche, presenti e future”. (The Pentecostal Evangel, 13 settembre 1947, p.13). Certo, è verosimile che a margine della sua conversazione con Pio XII, Ness abbia parlato anche della creazione delle “Assemblee di Dio in Italia” e di quello che avrebbe comportato per gli americani e per l’Italia questa nuova organizzazione religiosa in chiave anti-comunista, e con l’occasione alla fine abbia anche fatto cenno alla propria esperienza pentecostale [QUI], ma non era questo lo scopo dell’udienza. Ed è sempre lo stesso Henry H. Ness a dircelo in modo esplicito e senza lasciare alcuna ombra di dubbio, come riferito nell’organo ufficiale delle Assemblee di Dio statunitensi del 13 settembre 1947, p.13, che qui riportiamo.

Peraltro, non dimentichiamoci che ci troviamo nell’immediato dopoguerra. E quello è un periodo di transizione per il mondo e per l’Italia. La guerra armata è finita, ma ne è iniziata un’altra con l’allora Unione Sovietica e lo spauracchio comunista che condurrà nel 1961 ad erigere il famoso “muro di Berlino”. Quanto alle vicende strettamente italiane, l’Assembela costituente stava scrivendo la Costituzione e ci si preparava alle prime elezioni della repubblica dopo quelle del 1946 con il referendum sulla monarchia.[QUI]

In quel periodo l’Italia era un continuo pullulare di agenti dei servizi segreti e abbiamo fortissimi indizi che lo fosse anche Henry Ness. Perciò egli s’incontra con Papa Pio XII in quanto latore di messaggi di ben altro genere che non erano a carattere religioso, sebbene il titolo di Pastore fosse una copertura che egli utilizzava per ben altri loschi affari. Diversamente chiedetevi: Perché questa udienza privata con Papa Pio XII e perché è stato tenuto nascosto ai pentecostali italiani per circa settant’anni? Come mai né Ness, né Gorietti, né Bracco dissero nulla ai conduttori pentecostali che essi incontravano proprio in quei giorni? Come mai nessuno di loro scrisse mai nulla? [clicca QUI]

In realtà, in quell’occasione Henry H. Ness – tra le altre cose -, strinse un accordo con il Vaticano per la creazione delle “Assemblee di Dio in Italia”, appunto, e le funzioni che questa nuova denominazione doveva avere nel contesto geopolitico non solo italiano ma pure europeo. E così, mentre da una lato il massone e mafioso Frank B. Gigliotti – fraterno amico di H. Ness -, inseriva nella Costituzione gli articoli relativi alla libertà religiosa, contemporaneamente Henry H. Ness, in una chiara morsa a tenaglia, convinceva i pentecostali a creare un’organizzazione. Pertanto, Henry H. Ness non solo informa il Papa di questo ma gli spiega le funzioni, trova un accordo e gli chiede di non ostacolarne l’iter per la formazione delle “Assemblee di Dio in Italia”. Per fare tutto questo, com’è ovvio, H. Ness doveva offrire qualcosa in cambio. Ed è in questo contesto che due giorni dopo, domenica 9 agosto, in barba alla Buffarini-Guidi (ufficialmente ancora in vigore ma de facto già decaduta) i pentecostali organizzeranno una riunione pubblica al cine-teatro Planetario in cui lo stesso Henry H. Ness predicherà un sermone accomodante ed ecumenico alla presenza di alti prelati cattolici probabilmente inviati dalla curia romana come “osservatori” che si congratuleranno con lui. Tuttavia, lo stesso sermone scandalizzerà talmente tanto gli altri evangelici non pentecostali convenuti per l’occasione, che saranno costretti a scrivere un articolo molto critico che sarà pubblicato sulla rivista “LA LUCE”. Le critiche contro i pentecostali, furono così veementi da obbligare Roberto Bracco a replicare con un altro articolo pubblicato sull’organo ufficiale delle neocostituite “Assemblee di Dio in Italia” («Lettera aperta a ‘La Luce’», Risveglio Pentecostale, 1947, nr.4, p.13). Per saperne di più di questa vicenda, vedi l’articolo: Gli accordi segreti per creare le “Assemblee di Dio in Italia” (ADI) [QUI]

3.B. Il plagio

Rimanendo nella nota a pie’ di pagina 160, abbiamo un evidente caso di plagio con un imbarazzante copia-incolla dal libro di G. Butindaro, “La Massoneria Smascherata”, p.525. Eppure quell’informazione viene attribuita a G. Rinaldi che, com’è ormai noto tra gli appassionati di studi pentecostali, con il volume “Una lunga marcia verso la Libertà” (ed. GBU, 2017) ha fatto un capillare lavoro più a carattere sartoriale che a carattere storico, con un diffuso quanto imbarazzante copia-incolla e taglio e cucito dal libro di Butindaro. A seguire la pagina del libro che stiamo recensendo con a fianco la pagina del volume di G. Butindaro da cui il volume a cura di C. Napolitano ha copiato.

3.C. Analfabetismo funzionale o malafede?

Sempre nella nota 48 di pag.160, Danilo Consiglio – autore dell’articolo del volume a cura del preside della Facolta Pentecostale di Scienze Religiose, Carmine Napolitano -, copiando da Rinaldi (che a sua volta copia dal volume di G. Butindaro) commette un imbarazzante errore di copiatura.

Henry Ness viene fatto inginocchiare davanti a Papa Pio XII. Un’affermazione talmente grottesca che pure questa volta non siamo riusciti a trattenere le risate nell’immaginarci Henry Ness che in ginochhio implora Papa Pio XII ad essere clemente con i pentecostali e di non ostacolare la creazione delle chiese ADI. Certo che ce ne vuole di fantasia! Ci siamo domandati da dove era potuta saltare fuori una bazzecola del genere, fino a quando uno dei collaboratori ha scoperto com’era nato il tutto. In pratica il libro pubblicato dagli “studiosi” della Facoltà Pentecostale di cui Carmine Napolitano è preside, nonché curatore del volume, avevano copiato male le parole di Rinaldi che ha scritto:

  • “Non vi fu una richiesta in ginocchio e nemmeno un cedimento dottrinale…”.

Queste parole nel libro della Claudiana a cura di C. Napolitano, diventano invece:

  • “Ness in ginocchio cercò di sensibilizzare il papa alla lotta contro i pentecostali”.

Uno dei collaboratori ha esclamato: “Possibile che questi non sappiano nemmeno copiare? Possibile che non intendano quello che leggono?”. Quindi, non solo scopiazzano, il che è a dir poco eticamente scorretto, ma non sanno nemmeno farlo prendendo lucciole per lanterne. Come prova, leggete le pagine allegate che seguono.

D’altronde, pare che per fare carriera universitaria bisogna essere molto bravi nel plagio perché questa abitudine a scopiazzare e a farlo pure male, ci ricorda quello a cui incorse lo stesso prof. G. Rinaldi nel 2016 quando nel volume “Pentecostali e Massoneria: ma stiamo scherzando” scrisse che Novi Ligure si trovava sulla costa ligure, sul mare (pag. 51), mentre invece è noto pure ai ragazzi delle scuole medie inferiori che si trova in Piemonte e in collina. In effetti, pure Rinaldi copiò male perché Butindaro nel suo libro aveva scritto correttamente (pag. 312). Per un approfondimento di quest’altra grottesca vicenda vedi [QUI]

Vedete cosa succede quando piuttosto che andare direttamente alle fonti primarie e citarle CORRETTAMENTE, si preferisce in modo disonesto plagiare copiando da libri che a loro volta hanno copiato da altri libri?

Si innesca un meccaniso vizioso in cui il messaggio che arriva all’utente finale è completamente falsato. Una situazione grottesca che ci ricorda il famoso gioco di società infantile conosciuto come “Telefono (o telegrafo) senza fili” in cui i partecipanti disposti in fila bisbigliano una frase all’orecchio del vicino che deve ripeterla al prossimo giocatore e così via. Alla fine, si scopre che l’ultimo giocatore riporta una frase molto diversa da quella di partenza. Ecco, questo è quello che sta accadendo con questi pseudo studiosi pentecostali. A furia di copiarsi l’uno con l’altro e non citare la fonte primaria da cui tutti attingono, rappresentato in questo caso dal volume “La Massoneria smascherata” di G. Butindaro – visto che è stato lui a sdoganare gli intrecci tra pentecostali, massonerie, mafie e servizi segreti, ed è stato sempre lui ad avere reso pubblico dell’incontro tra Henry H. Ness e Papa Pio XII che in Italia ci hanno tenuto nascosto per circa settant’anni, così come del coinvolgimento del masso-mafioso evangelico Frank B. Gigliotti -, arrivano ad asserire le cose più strampalate. A questo punto non sappiamo se ci troviamo di fronte a un imbarazzante caso di analfabetismo funzionale oppure di fronte ad azioni volutamente fraudolente di “intellettualoidi” in malafede.

Conclusione

Abbiamo preferito fermarci qui per evitare di infierire, perché di esempi del genere il volume in oggetto ne è pieno. Tuttavia, non siamo in grado di capire se la diffusione di tali menzogne sia dovuta a incompetenze oppure a malafede. Quello che invece ci è abbastanza chiaro, e che non vale la pena spendere quasi 50 euro per poi alla fine ritrovarsi tra le mani un libro mediocre che non aggiunge nulla a quanto detto in altri volumi, ma addirittura mistifica i reali fatti storici diffondendo menzogne. Perché spendere 50 euro per poi avere tra le mani testi mistificatori che si avvalgono ampiamente di documenti già pubblicati in altri volumi che in modo disonesto non citano facendoli passare come propri? (ci riferiamo nello specifico al volume di G. Rinaldi) Perché spendere tutti questi soldi se invece è possibile consultare gli stessi documenti gratuitamente nel libro “La Massoneria Smascherata”?

Purtroppo, il volume noi l’abbiamo acquistato, l’abbiamo letto e ci siamo sentiti ingannati e truffati. Ingannati per i contenuti espressi e truffati per il costo esorbitante. Tuttavia, ne consigliamo la lettura a tutti coloro che NON amano la verità e vogliano buttare via 50 euro.

Quel che è certo, è che questo volume s’inserisce a pieno titolo nella lista dei volumi fake sulla storia del pentecostalismo italiano che sono stati prodotti negli ultimi anni.

Le favole del pentecostalismo italiano

 

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