La Chiesa è iniziata nelle “case” e si concluderà nelle “case”.

Da alcuni anni assistiamo al proliferare di cristiani salvati e nati di nuovo che stanno abbandonando le denominazioni tradizionali per riunirsi in piccoli gruppi. Ormai non si contano più le migliaia di credenti che solo negli Stati Uniti stanno abbandonando le “Assemblies of God” per riunirsi nelle case. Stiamo parlando del fenomeno delle “chiese in casa”, anticamente chiamate domus ecclesiae ossia “chiese domestiche”.

Si tratta di un ritorno alle verità fondamentali della Parola di Dio che lo Spirito Santo sta compiendo in tutto il mondo: dalle chiese clandestine della Cina (mentre, sempre in Cina, le chiese evangeliche e pentecostali colluse con il sistema continuano a riunirsi in locali aperti al pubblico e controllate dal governo) a quelle dei Paesi arabi; dal sud America al nord America; dall’Europa all’Africa. Un fenomeno spontaneo, spirituale e senza alcuna organizzazione umana ma suscitato dallo Spirito Santo che sta attraversando tutto il pianeta. Prima di addentrarci, però, cerchiamo di capire cosa non sono le chiese in casa.

Cosa NON sono le “chiese in casa”

Una chiesa in casa non è un semplice gruppo di preghiera o di studio biblico e non è neanche una cellula che appartiene a una struttura piramidale con un pastore/apostolo in cima e, quindi, contrario al Nuovo Testamento che parla sempre di conduzione collegiale (1 Timoteo 4:14). A differenza delle congregazioni tradizionali che si trovano nel mondo occidentale — con un edificio, un pastore stipendiato, un coro, diversi programmi costosi e il culto principale della domenica —, le chiese in casa rappresentano una restaurazione della comunità e della missione cristiane originarie così come le troviamo nel Nuovo Testamento e com’è nel piano originario di Dio. Si tratta, insomma, di un ritorno alle origini della Chiesa fondata dal Signore Gesù Cristo. Infatti, le chiese in casa sono chiese pienamente funzionanti in sé, con la libertà di prendere la cena del Signore, battezzare, celebrare matrimoni, funerali e anche esercitare la disciplina. Esse non sono guidate da ministri di culto ordinati da denominazioni religiose (spesso corrotte e colluse con la massoneria), ma da uomini chiamati dal Signore Gesù e detti “Anziani” (Atti 20:17 e 28; 14:23; Filippesi 1:1; 1 Timoteo 5:17; 1 Pietro 5:1, 2), i quali fungono da conduttori.

Così come leggiamo nel Nuovo Testamento, le chiese in casa sono singolarmente autonome e indipendenti non dipendendo da alcun organismo centrale così com’era alle origini della Chiesa del Nuovo Testamento. Questo costituisce un antidoto “naturale” contro l’infiltrazione della massoneria che vuole guidare le denominazioni da dietro le quinte controllando i loro leader (presidenti, segretari, consiglieri – peraltro tutte cariche inventati dagli uomini e del tutto inesistenti nel Nuovo Testamento). Infatti gli evangelici massoni o massonizzati detestano questa importante verità dell’ecclesiologia biblica e la combattono in tutti i modi perché impedisce loro di controllare i pastori e quindi i credenti. Inoltre, le chiese in casa sono un antidoto contro il dilagarsi di false dottrine oltre che adattarsi più facilmente durante i periodi di persecuzione. Tuttavia, sono anche più vulnerabili alla cattiva teologia e al cattivo comportamento. Di conseguenza, le chiese in casa dovrebbero unirsi d una rete di chiese, un network, per una reciproca protezione e per rendere conto l’uno all’altro stimando ciascuno più di se stesso (Filippesi 2:3). Insomma si tratta di un ritorno al piano originario di Dio espresso nel Nuovo Testamento e, fatto non trascurabile, si noti che questo era il sistema delle prime chiese pentecostali in tutto il mondo, non solo in Italia, quando queste vivevano realmente la presenza e la potenza dello Spirito Santo.

Alla luce della Bibbia

La chiesa in casa è antica come il Nuovo Testamento stesso. Gesù ha scelto dodici uomini per stare con Lui come discepoli i quali dopo sarebbero stati mandati come apostoli (Marco 3:13), modellando in modo efficace il tipo di intimità, interazione e mutua responsabilità possibile solo in un piccolo circolo di discepolato. Tutto il discorso di Gesù che leggiamo nei capitoli da 13 a 17 del Vangelo di Giovanni, nella famosa “ultima cena”, si svolse proprio in una casa. Non si svolse nel tempio, che pure ancora esisteva, sebbene Dio dimorasse in Gesù (Col. 2:9) ma in una casa appunto.

Gli apostoli si sono trovati alla guida della chiesa di Gerusalemme con migliaia di persone che si incontravano principalmente nelle case private subito dopo la Pentecoste (cfr. Atti 2:46, 5:42, 12:12, 16:14-15, 20:20) a dimostrazione che è una vera e propria bugia diabolica che se il numero aumenta non è possibile incontrarsi nelle case. La Chiesa di Gerusalemme, in cui vi erano già migliaia di persone, era formata da tantissime chiese in casa a formare un network talché si parla di Chiesa (al singolare) di Gerusalemme. Infatti vediamo gli apostoli portare la cena del Signore di casa in casa (Atti 5:42)(1).

Paolo apostolo ha scritto a gruppi di discepoli nell’Impero Romano, salutando per nome le persone che ospitavano le riunioni cristiane nelle loro case:

  • Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù, i quali hanno rischiato la vita per me; a loro non io soltanto sono grato, ma anche tutte le chiese delle nazioni. Salutate anche la chiesa che si riunisce in casa loro. Salutate il mio caro Epeneto, che è la primizia dell’Asia per Cristo (Romani 16:3-5).
  • Le chiese dell’Asia vi salutano. Aquila e Prisca, con la chiesa che è in casa loro, vi salutano molto nel Signore (1 Corinzi 16:19).
  • Salutate i fratelli che sono a Laodicea, Ninfa e la chiesa che è in casa sua (Colossesi 4:15).
  • Paolo, prigioniero di Cristo Gesù, e il fratello Timoteo, al caro Filemone, nostro collaboratore, alla sorella Apfia, ad Archippo, nostro compagno d’armi, e alla chiesa che si riunisce in casa tua (Filemone 1:2).

Peraltro, va ricordato che Gesù non disse mai ai discepoli di costruire locali di culto in cui avrebbero dovuto fermarsi per adorare. Lo ripetiamo: Mai! Anzi le sue affermazioni in riferimento al tempio furono tutt’altro che positive:

  • Noi l’abbiamo udito mentre diceva: “Io distruggerò questo tempio fatto da mani d’uomo, e in tre giorni ne ricostruirò un altro, non fatto da mani d’uomo” (Marco 14:58).

Egli parlava del tempio del Suo corpo (Giovanni 2:21) in cui dimora corporalmente tutta la pienezza della Deità (Colossesi 2:9). E sapete perché Gesù parlò in questo modo? Proprio perché con la Sua venuta, Egli ha portato il regno di Dio sulla terra (Matteo 12:28; Luca 12:32; 17:20-21; 22:29-30; Giovanni 1:14; Colossesi 1:13). Da quel momento in poi sono i credenti stessi il tempio di Dio (1 Corinzi 3:16; 6:19).

Perciò, che sia chiaro a tutti una volta per sempre, dalla venuta di Gesù in poi nessun tempio sulla terra è più la casa di Dio, perché la casa di Dio sono i credenti:

  • Cristo lo è come Figlio, sopra la Sua casa; e la Sua casa siamo noi se manteniamo ferma sino alla fine la nostra franchezza e la speranza di cui ci vantiamo (Ebrei 3:6).
  • Accostandovi a lui, pietra vivente, rifiutata dagli uomini, ma davanti a Dio scelta e preziosa, anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo (1 Pietro 2:4-5).

Nemmeno gli apostoli insegnarono mai sulla costruzione di locali di culto a imitazione dei templi religiosi pagani che erano covo di demòni. I primi Cristiani credevano, infatti, che dietro quelle divinità pagane si nascondessero dei demòni (cfr. F. Viola e G. Barna, “Pagan Christianity”, Tyndale House Publisher, pagg. 9-46; G. Rinaldi, “Cristianesimi nell’antichità”, pagg. 89, 273, 281).

Sia chiaro, quindi, che la costruzione di locali di culto è contraria alla Parola di Dio ed è un espediente creato dai demòni che si usano delle denominazioni massonizzate per impoverire i credenti e arricchire, appunto, le denominazioni in mano alle massonerie. Così, mentre ai credenti viene insegnato dai pulpiti a non farsi tesori sulla terra, le denominazioni accrescono le loro ricchezze con locali costosissimi, centri estivi, ecc. ecc. (cfr. Matteo 6:19).

Le case del primo secolo avevano la possibilità di accomodare al massimo 35 persone in modo confortevole (Del Birkey, “The House Church”, pag. 55). Questo ha aiutato a mantenere un ambiente di rapporti stretti negli incontri della chiesa originaria. Di conseguenza, tanti comandamenti neotestamentari cominciano ad aver senso solo in questo contesto, come:

  • Le istruzioni di accettarsi a vicenda (Romani 15:7).
  • Istruirsi l’un all’altro (Romani 15:14; Colossesi 3:13, 16).
  • Incoraggiarsi a vicenda (1 Tessalonicesi 5:11; Ebrei 3:13).
  • Perdonarsi a vicenda (Efesini 4:32).
  • Confessare i peccati l’uno all’altro (Giacomo 5:16).
  • Pregare l’uno per l’altro (Giacomo 5:16).

Tutti avevano delle capacità dategli da Dio (1 Corinzi 12:7-11) che utilizzavano per edificare gli altri: “Quando vi riunite, avendo ciascuno di voi un salmo, o un insegnamento, o una rivelazione, o un parlare in altra lingua, o un’interpretazione, si faccia ogni cosa per l’edificazione” (1 Corinzi 14:23; vd. anche Colossesi 3:16; Efesini 5:19; Ebrei 10:24, 25).

Alla luce della storia

Questo tipo di incontro nelle case sembra aver persistito per parecchi anni, almeno fino agli inizi nel quarto secolo, quando l’Imperatore Costantino (circa 313 d.C.) cominciava a costruire degli edifici per le chiese. A quel punto gli incontri nelle case private venero marginalizzati ed eventualmente resi illegali con la scusa di evitare eresie. Coloro che non si attennero a questa novità voluta dall’Imperatore venne considerato “scissionista”. Naturalmente erano solo scuse che consentiva al governo di allora di controllare le comunità cristiane. Sta di fatto che, allora cominciano a introdursi tante false dottrine e inizia quella che è comunemente nota come la paganizzazione della Cristianità. Stando a Peter Bunton, però, questo non fu la fine della storia (in “Cell Groups and House Churches e Wolfgang Simson in Houses that Change the World”).
Pertanto, è evidente che i primi cristiani erano senza un tempio fisico (luogo sacro), senza una casta di uomini consacrati (un clero) e non possedevano oggetti sacri (reliquie e utensili per i rituali). Questo perché i credenti stessi sono il tempio di Dio (1 Corinzi 3:16; Efesini 2:22), e formano essi stessi la casa di Dio (Ebrei 3:6), tutta la fratellanza è un sacerdozio che serve Dio e gli uomini (1 Pietro 2:5) e il discepolo di Gesù Cristo adora Dio in Spirito e verità senza l’aiuto di riferimenti fisici nel mondo materiale (Giovanni 4:23, 24).
Per i primi trecento anni l’avversario di Dio ha cercato di sterminare i cristiani per mezzo della persecuzione violenta e le dottrine false. Con la “conversione” dell’imperatore Costantino ci fu un cambiamento di strategia: il mondo sotto il dominio del maligno avrebbe accolto la fede cristiana a condizione però che i cristiani accettassero un’impostazione essenzialmente pagana e, di conseguenza, un ritorno ad una religione che separa l’uomo da Dio.
Infatti, molte cose nel mondo evangelico non hanno riscontro biblico e provengono da credenze pagane. Costantino divenne imperatore nel 312 d.c. e dichiarò il cristianesimo “religione lecita”, mentre più tardi Teodosio (380 d.C.) andrà oltre dichiarando il Cristianesimo “religione di Stato”. Fino ad allora i credenti non avevano costruito edifici speciali di culto: erano sufficienti le case o edifici commerciali modificati per riunioni. Infatti, sebbene gli archeologi abbiano scoperto numerosi resti di sinagoghe dei primi secoli, l’unica scoperta di un “luogo di culto” cristiano prima del 250 d.c. è la “chiesa in casa” di Dura Europos, nell’attuale Siria.
Oggi, assistiamo a un ritorno alle origini. Un influsso massiccio in tutto il mondo di nuovi credenti salvati che vengono inseriti nel Corpo di Cristo dallo Spirito Santo attraverso le “chiese in casa”. Si calcola che solo Cina, Cambogia, Cuba, India e Vietnam hanno più di 100 milioni di persone coinvolti nelle chiese in casa. Altri luoghi come Corea, Singapore, Ecuador, El Salvador e Colombia vedono migliaia di persone entrare nel Regno di Dio tramite le chiese in casa (Joel Comiskey, “Home Cell Group Explosion”). I Nord Americani e gli Europei sono tra gli ultimi ad avere ricevuto questa illuminazione dello Spirito Santo e ad averla adottata, ma il fenomeno è in crescita in tutto il mondo mentre aumentano i membri che stanno abbandonando le denominazioni classiche.

Le attività di culto

Le chiese domestiche, sono chiese pienamente funzionanti in sé, con la libertà di prendere la cena del Signore, battezzare, celebrare matrimoni, funerali e anche esercitare la disciplina. Esse non sono guidate da ministri di culto ordinati da denominazioni religiose (spesso corrotte e colluse con la massoneria), ma da uomini chiamati dal Signore Gesù che possono essere apostoli, profeti, evangelisti, pastori o dottori della Parola (Efesini 4:11) e detti “Anziani” (Atti 20:17 e 28; 14:23; Filippesi 1:1; 1 Timoteo 5:17; 1 Pietro 5:1, 2), i quali fungono da conduttori dei santi che s’incontrano nelle case per la preghiera e l’adorazione, lo studio e la discussione della Bibbia, il discepolato e l’evangelizzazione, ed anche per mangiare insieme (gr. agàpe).
Le attività di culto consistono in sostanza in preghiere spontanee e personali, cantici (accompagnati o meno da strumenti musicali), lettura e/o studio della Bibbia in tutte le sue parti (dalla Genesi all’Apocalisse) tramite la tecnica della “somma delle scritture” (Salmo 119:160), senza quindi ricorrere a testi teologici o religiosi interpretativi. Quest’ultima caratteristica in conformità ad alcune delle più importanti indicazioni di Gesù su come fare per comprendere le sue parabole. In particolare quella dove indica che Dio preferisce rivelare il significato più profondo delle sue parole e la Sua volontà non a tutti indistintamente ma ad alcuni in particolare: In quel tempo Gesù prese a dire: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai savi e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli fanciulli (Matteo 11:25).
Perciò è meglio affidarsi alla rivelazione e illuminazione dello Spirito Santo piuttosto che a trattati di teologia fuorvianti e spesso scritti da autori coinvolti con la massoneria e l’occulto.
Dio concede rivelazione a coloro che manifestano umiltà. Quando verrà lui, lo Spirito di verità, egli vi guiderà in ogni verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutte le cose che ha udito e vi annunzierà le cose a venire (Giovanni 16:13).

Lezioni pratiche per la chiesa di oggi

  1. Esempio della chiesa primitiva. Durante i suoi primi tre secoli, il cristianesimo fu una rete di piccoli cerchi di discepolato che si incontravano nelle case. Che questo fu un disegno deliberatamente iniziato da Cristo e propagato dagli apostoli è chiaro da una lettura piana e attenta del Nuovo Testamento.
  2. Moltiplicazione. Grazie alla loro natura riproduttiva, le chiese in casa hanno la possibilità di crescere in modo esponenziale e di accomodare una mèsse che va oltre la capacità delle chiese tradizionali paganizzate che si riuniscono in costosi locali e basate su programmi umani.
  3. Efficienza. Le chiese in casa sono naturali, semplici, economiche, riproducibili e facilmente adattabili a tutti i contesti, a dispetto della povertà, persecuzione o mancanza di questi ostacoli.
  4. Egualitario. Dopo la Riforma, c’è stato un assunto principalmente teorico al principio biblico del sacerdozio di tutti i credenti. Con la loro natura partecipativa e interattiva, le chiese in casa sono capaci di liberare veramente i cosiddetti laici ad utilizzare i doni spirituali.
  5. Entropia. Gruppi autonomi sono soggette a deviare dalla sana dottrina. Ne consegue che per mantenere la buona salute dottrinale ed etica, e prevenire l’instabilità (la dispersione o il protezionismo), le chiese in casa hanno bisogno di unirsi a delle reti relazionali di mutua responsabilità per la salute dell’intero Corpo di Cristo (1 Corinzi 12). E questo è il principio che troviamo in Atti capitolo 15.
  6. Pronta. La chiesa in casa più agevolmente coltiva la santificazione necessaria per vedere Dio (Ebrei 12:14) ed è quella pronta per il rapimento al ritorno di Cristo.
Tornando la Chiesa a riunirsi nelle case private sta ripristinando il piano originario di Dio perché la Chiesa del Signore è nata in casa e finirà il suo pellegrinaggio terreno nelle case. In conclusione riteniamo utile la visione di questo video dalla durata di pochi minuti che semplifica quanto avete letto.


Considerato il fermento anche teologico che stiamo vivendo è probabile che torneremo su questo tema con ulteriori approfondimenti di carattere sia biblico sia storico.

Note

1. Da Atti 5:42 emerge che inizialmente i santi di Gerusalemme si incontravano anche nel tempio di Gerusalemme, ma non nel tempio vero e proprio che non era loro consentito accedere ma più correttamente nell’atrio o sotto il “Portico di Salomone” come peraltro era capitato qualche volta quando Gesù era ancora fisicamente con loro (cfr. Giov. 10:23). Quanto poi all’espressione “per le case” una traduzione più appropriata del greco κατ’ οἶκον (la prep. katà + l’accusativo oîkon) sarebbe “di casa in casa” poiché la preposizione katà regge l’accusativo con significato locale e assume qui il senso distributivo come in Atti 2:46 e 15:21. Quindi, a Gerusalemme i santi continuarono a riunirsi per le case quand’anche la chiesa fosse diventata molto numerosa in quanto oltre al primo nucleo di discepoli di circa 120 (Atti 1:15) si erano aggiunte altre 3.000 persone circa (Atti 2:41) e ancora più tardi viene detto che il numero dei soli credenti di sesso maschile era giunto a circa 5.000 (Atti 4:4) più altre moltitudini di uomini e donne (Atti 5:14). Lo ripetiamo, malgrado il numero alto di salvati, i santi di Gerusalemme continuarono a riunirsi nelle case, e sempre lo fecero, per cui NON è vero che se il numero cresce non è più possibile riunirsi in casa. Attenzione, come emerge da questo studio, non erano “cellule” di una chiesa, ma era erano delle vere e proprie chiese in casa indipendenti in cui si svolgeva tutto quello che concerne l’attività spirituale di un’adunanza (inclusi matrimoni e funerali?). E queste chiese in casa godevano comunione tra loro a mo’ di network, al punto che si poteva parlare non solo di chiese (al plurale) di Gerusalemme ma anche di chiesa (al singolare), Atti 5:11. Perciò leggiamo che gli apostoli ammaestravano e portavano la cena del Signore di casa in casa (Atti 2:46; 5:42).

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