Leonardo Di Natale e il Convegno Pentecostale del 1928

Come il pentecostalismo delle origini è totalmente diverso da quello di oggi. Parliamo di due mondi diversi, anzi opposti tra loro.

Leonardo Di Natale (8.11.1892 - 30.04.1943)

Leonardo Di Natale (8.11.1892 - 30.04.1943)
Leonardo Di Natale (8.11.1892 – 30.11.1943)

Leonardo Di Natale (in foto) è nato l’8 novembre 1892 ed è morto il 30 novembre 1943. Si convertì al Signore nel gennaio del 1913, a seguito della testimonianza di Giuseppina Zollo, ed è stato uno dei pionieri pentecostali a Ginosa (TA) e d’intorni, al confine tra la Puglia e la Basilicata. Pare fosse di origini siciliane, forse della provincia di Ragusa, ma su questo vi sono ancora ricerche in corso. Egli era diacono della chiesa di Ginosa e partecipò allo storico convegno pentecostale del 1928. In una lettera del 30 aprile 1929, il Nostro ci fa sapere delle cose importanti. Prima, però, ci sembra doveroso spendere due parole su questo Convegno.

 

Il 1° Convegno pentecostale

I giorni 19-20 ottobre del 1928 si tenne quello che possiamo definire il primo Convegno delle Chiese Pentecostali italiane. In esso vi parteciparono ventinove (29) conduttori più altri ventisette (27) che vi aderirono per lettera. In totale rappresentavano circa cento (100) chiese, incluse anche piccoli gruppi familiari. Si trattò di un evento per molti aspetti importante perché per la prima volta le chiese pentecostali, pur conservando la propria indipendenza assoluta, stabilivano dei principi dottrinali comuni. Adottarono la denominazione generica di “Chiese Cristiane d’Italia”. Si trattò di un convegno molto diverso sia nella forma che nella sostanza da quelli successivi che si susseguiranno a partire dal 1947 dopo la nascita delle ADI. In questo primo convegno, di cui parleremo diffusamente, emergono alcune radici del risveglio pentecostale originario che in seguito le chiese pentecostali hanno tradito come: l’anti-denominazionalismo, il congregazionalismo, la contrarietà ai titoli ministeriali dei conduttori (ad esempio al titolo di “pastore” preferivano quello più generico di “Anziano”), la fedeltà alla Parola di Dio verso cui adottavano l’interpretazione letterale, la comunione e collaborazione tra chiese assolutamente indipendenti le une dalle altre. Insomma parliamo di un mondo totalmente diverso dal pentecostalesimo odierno, diremmo agli antipodi.

WhatsApp Image 2018-09-04 at 02.19.18L’occasione di questo primo convegno – presieduto da Michele Palma (1884-1963) proveniente dagli Stati Uniti –, sarebbe stato secondo Francesco Toppi quello di fare aderire le chiese pentecostali italiane agli articoli di fede ratificati dai conduttori delle chiese pentecostali italo-americane l’anno prima per chiarire la controversia relativa alle dichiarazioni di Atti 15:28, 29. (cfr. F. Toppi, “Cristiani Oggi”, Anno XI, n.1 del 1-15 gennaio 1992, Quindicinale delle “Assemblee di Dio in Italia”, pagg. 2-4; F. Toppi, “E Mi sarete testimoni”, ed. ADI-Media, Roma 1999, pag. 49), ma obiettivamente questa è una sua interpretazione perché ad una lettura piana degli Atti di quel Convegno questo non risulta pur facendo riferimento alle questioni dottrinali relative ad Atti 15. Quel “Risultato del Convegno” – come venne definito l’Atto –, fu scritto da Caterina Gardella Palma, moglie di Michele, e stampato negli Stati Uniti in un unico foglio e qui ne pubblichiamo una parte.

Leonardo Di Natale

Tra i partecipanti a questo primo convegno vi era, come già è stato detto, il diacono Leonardo Di Natale. Si è deciso di rendere pubblico questo documento, perché in esso notiamo almeno quattro importanti temi.

1. La prima cosa che colpisce di questo documento è la genuinità dell’esperienza di fede, espressa con semplicità e passione. Virtù, queste, che caratterizzarono le origini del risveglio pentecostale la cui fede era priva di fronzoli, parecchio letteralista, ma genuina e che mal si concilia con tutto quello che accadrà nel pentecostalismo italiano a partire dal 1947 dopo l’infiltrazione di figure tetre legate alla massoneria e ai servizi segreti americani.

2. In secondo luogo, viene detto che la conversione condusse il Nostro alla “salvezza dalla malattia mentale” che nel linguaggio dello scorso secolo non necessariamente si riferisce a turbe psichiche ma che l’annuncio del Vangelo lo ha salvato dalla depressione (era quella la “malattia mentale”). Non dimentichiamoci che la cultura e il linguaggio dei pentecostali delle origini erano impregnati di testi biblici. E questo linguaggio è tipicamente biblico (Marco 10:52; Luca 17:19; 18:42).

3. Inoltre, la lettera narra i principali temi che furono trattati in quel convegno e che coincidono con altre testimonianze e con quanto scritto negli Atti di quel convegno

4. Infine, contiene informazioni preziose sia su Giuseppina Zollo (non “Zolla”) – pioniera pentecostale nei paesi di Ginosa, Palagianello e Matera –,che poi abbandonò la fede pentecostale, sia su Serafino Arena – primo testimone pentecostale in Sicilia in cui vi fondò due chiese, a Catania e Messina –, e Domenico Ravidà – primo conduttore della chiesa di Catania fondata da S. Arena –, di cui parleremo a tempo debito. In effetti di questi ultimi due si parla già negli Atti del Convegno.

Una necessaria precisazione

In verità questa lettera del Nostro che trovate alla fine dell’articolo, non è affatto un documento inedito perché già presente negli Archivi ADI, prot. n. 16192, e fu resa pubblica ben ventidue anni fa dalla dr.ssa Maria Teresa Pizzulli, nipote di Leonardo Di Natale, nel corso di un convengo organizzato il 9 aprile 1996 a Roma, presso il tempio valdese di Piazza Cavour, dall’allora decano della Facoltà Valdese Paolo Ricca e dal past. Giovanni Traettino.

L’articolo di “RIFORMA” che ne ha data la notizia
L’articolo di “RIFORMA” che nel 1996 ha dato la notizia.

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IL DOCUMENTO

 

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