Maria G. Malan: la prima pentecostale d’Italia
© di Filippo Chinnici
Tutti i libri che si sono interessati di storia pentecostale ci hanno sempre detto che il pentecostalismo italiano sia sorto per la predicazione di L. Francescon, G. Lombardi e P. Ottolini, ma questo non è vero come dimostra l’ex pastore pentecostale F. Chinnici in questo articolo inviato alla nostra redazione.
Si tratta di un vero e proprio scoop, dandoci una notizia assolutamente inedita rispetto a quanto continuano a ripeterci i libri di storia pentecostale che ripetono tutti la stessa filastrocca. In questo blog sarà possibile acquisire una conoscenza approfondita della storia pentecostale in modo assolutamente gratuito.
Per tantissimi anni siamo stati indotti a credere che il pentecostalismo italiano sia sorto per la predicazione di L. Francescon, G. Lombardi, P. Ottolini e Lucia Menna, questo è vero solo in parte perché in realtà il messaggio pentecostale aveva già raggiunto l’Italia già da circa un anno.
Se è vero che il messaggio pentecostale italiano delle origini si diffuse rapidamente per l’opera missionaria di Francescon, Lombardi, Ottolini e Menna, non è affatto vero che questi furono i primi.
Mentre nel settembre del 1907 a Chicago nasceva il pentecostalismo italiano – in cui circa cento persone facevano l’esperienza pentecostale della glossolalia -, e da lì si sarebbe esteso anche in Italia, Brasile e Argentina, nello stesso anno il messaggio pentecostale raggiungeva anche la Gran Bretagna, a Monkwearmouth, Sunderland, una cittadina a circa 500 km a nord di Londra e a nord del fiume Wear, dove alcuni italiani residenti in Italia si recarono ad ascoltare il messaggio pentecostale e fecero poi l’esperienza della glossolalia. Questo avveniva all’incirca un anno prima dell’arrivo in Italia dei pionieri pentecostali della comunità italiana di Chicago.
Il messaggio pentecostale raggiungerà la cittadina di Monkwearmouth, Sunderland, UK, precisamente nella parrocchia anglicana curata dal pastore Alexander Boddy che da lì a poco avrebbe iniziato la pubblicazione della rivista “Confidence” (fiducia), la quale, in ubbidienza al comando di Gesù, veniva distribuita in modo assolutamente gratuito (cfr. Matteo 10:8). Ed è in uno dei primi numeri di questa rivista che apprendiamo che nel settembre del 1907 – quindi ancora prima della visita in Italia di L. Francescon e G. Lombardi e in modo assolutamente indipendente da loro -, alcuni italiani visitarono quella comunità a motivo della eco che il fenomeno pentecostale stava avendo in tutto il mondo. Ed è forse per questo che Thomas Barratt – considerato il pioniere del movimento Pentecostale in Europa -, ha visitato l’Italia in quello stesso anno, prima ancora di L. Francescon e G. Lombardi (Confidence, Aprile 1908 n° 1, pp. 5, 16).
Tra gli italiani incuriositi del fenomeno pentecostale che parteciparono alle conferenze di Sunderland, vi è GUGLIELMINA MALAN la quale, al suo rientro in Italia, invierà la propria testimonianza scritta al Past. Alexander Boddy che la pubblicherà nella rivista da lui fondata. In essa lei racconterà che pur essendo convertita sin dall’età di vent’anni, lottava per la liberazione dal peccato e dall’egoismo, ma quella sera – dopo la preghiera della moglie del pastore A. Boddy -, sarà liberata da questo travaglio interiore, guarita dalla bronchite e riceverà il battesimo in Spirito Santo con il segno delle lingue. (Confidence, 15 luglio 1908, n° 4, pp. 5-7).
Chi era Maria Guglielmina Malan?
M.G. Malan era un’evangelica valdese residente a Torre Pellice (Torino), ed era stata sposata con Giovanni Pietro Malan, uno dei fondatori della Société d’Histoire Vaudoise (Società di Studi Valdesi).
Quando M.G. Malan fece l’esperienza pentecostale, il marito era già deceduto da poco meno di un anno, il 17 novembre 1906, a causa di una polmonite fulminante; ragion per cui, si può ben comprendere la paura della morte che affliggeva Guglielmina Malan da quando era stata colpita dalla bronchite – come lei stessa racconta.
Pertanto, la testimonianza di Guglielmina Malan smentisce alcuni stereotipi diffusi dagli “storici” pentecostali italiani e collega il pentecostalismo italiano direttamente al movimento evangelico valdese. Peraltro, non va dimenticato che Filippo Grill – il pastore della chiesa presbiteriana da cui proveniva L. Francescon -, era anche lui un Valdese.
Maria Guglielmina Malan, tuttavia, non è l’unica italiana che aderirà al pentecostalismo in modo del tutto indipendente da L. Francescon e G. Lombardi, ma ve ne furono tanti altri come avremo modo di vedere nei prossimi articoli.
Nota
Una particolarità tutta italiana consiste nel fatto che spesso la storia del pentecostalismo s’incrocia con quella dei Testimoni di Geova. Questo avvenne, com’è noto, durante il periodo fascista in cui spesso i due gruppi religiosi vennero confusi dall’OVRA, la polizia fascista di allora, ma è accaduto anche per quanto concerne le origini italiane di entrambe le denominazioni perché anche le origini dei Testimoni di Geova in Italia sono collegate ai Valdesi. Il motivo principale, è dovuto al fatto che all’inizio del XX secolo moltissimi Valdesi stavano vivendo una profonda crisi spirituale a motivo della teologia liberale professata da tanti pastori (per lo più massoni come Giovanni Luzzi). In quel periodo tanti valdesi erano delusi della spiritualità persa della propria chiesa per cui erano in crisi. Questo li condusse alla ricerca di una nuova spiritualità. Infatti, già nel 1891 il massone e sionista Charles Taze Russell, il primo presidente della Watch Tower Society, nel corso di un suo viaggio in Europa fece tappa in Italia e farà una sosta a Pinerolo (Torino) fermandosi con il pastore valdese Daniele Rivoire – massone anche lui e professore di lingue a Torre Pellice -, che pur non divenendo mai un testimone di Geova, egli e sua moglie Tavelli Anna Maria, tradussero gli scritti di Russell in italiano. (cfr. Annuario dei Testimoni di Geova del 1983, pag. 117; Torre di Guardia del 15 Aprile 2002, alla pag. 28). Questo fatto segnerà l’inizio dell’opera dei Testimoni di Geova in Italia. Va sottolineato – repetita iuvant -, che C. T. Russell era un massone come suo padre [QUI] e [QUI], così come pare lo fosse pure il pastore valdese D. Rivoire, motivo per cui questi tradusse gli scritti di Russell, e gli storici sostengono che siano massoniche anche le origini dei Testimoni di Geova.
© Filippo Chinnici
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