Francesco Toppi (1928-2014)
Francesco Toppi è stato l’ultima grande figura del pentecostalesimo italiano, storico presidente delle “Assemblee di Dio in Italia” (ADI) – la più grande denominazione evangelica italiana -, dal 1977 al 2007, ma già da prima si era distinto come stretto collaboratore del primo presidente Umberto N. Gorietti.
Francesco Toppi è stato senz’altro uno dei principali protagonisti dell’intero evangelismo italiano della seconda metà del secolo scorso; egli ha influenzato almeno tre generazioni di pentecostali (non solo delle Assemblee di Dio in Italia). Considerato da molti pentecostali un “dottore della Parola” ma anche “storico”, in quanto è stato il primo ad aver dato corpo a un disegno storico globale sul movimento pentecostale e a pubblicare le biografie dei pionieri.
1. La nascita e l’infanzia
Francesco Toppi nacque a Roma il 1° gennaio 1928 da Gioacchino e Gina Gorietti, in una modesta abitazione situata su via Labicana, a poche centinaia di metri dal Colosseo. Sua madre, non ancora salvata – il padre invece aveva già accettato l’Evangelo e si era convertito -, lo fece battezzare secondo il rito Cattolico romano presso la non lontana chiesa di Sant’Alfonso, in fondo a via Merulana, all’angolo con via Labicana. Suo padre, Gioacchino (1899-1965) di professione faceva il calzolaio ed era stato tra i principali collaboratori dell’allora pastore della chiesa di Roma, Roberto Bracco – un altro pioniere del pentecostalesimo italiano che aveva conosciuto il carcere a motivo dell’Evangelo durante la persecuzione fascista.
La famiglia Toppi si trasferì ben presto in un’altra zona di Roma, e precisamente in Corso Trieste 85. Ed è qui che Francesco trascorse la sua infanzia e la sua prima adolescenza. Nel frattempo anche la madre si convertì all’Evangelo, e la famigliola frequentava le riunioni presso il locale di culto sito in via Adige, il primo, storico, locale della comunità pentecostale di Roma.
Nel 1935 iniziò il duro periodo delle persecuzioni fasciste per le note vicende legate alla purezza della razza, con la famigerata circolare nota come “Buffarini-Guidi” che venne revocata solo il 16 aprile 1955 che ne ostacolava il riconoscimento giuridico come ente morale di culto delle Assemblee di Dio in Italia. Il 6 giugno 1943, il padre Gioacchino, la madre Gilda Gorietti, la nonna, insieme a decine di altri credenti, furono arrestati durante una retata della polizia fascista in una casa dove si riunivano clandestinamente per celebrare il culto al Signore. Rimasero in carcere ben ventitré giorni.
2. La conversione
Questo evento scosse profondamente la vita del giovane Francesco, in particolare quando rientrando da scuola e non trovando i genitori in casa – proprio perché erano stati arrestati nella retata del 6 giugno 1943, in quel momento egli, che era figlio unico, colto dal panico si rese conto di quanto fosse solo e perduto senza Cristo. Lì, s’inginocchiò, aprì il suo cuore e fece la sua prima preghiera di salvezza al SIGNORE.
Più tardi, finito il periodo della persecuzione e ottenuta la libertà religiosa, nel corso di riunioni speciali che si tenevano presso i locali dell’ YMCA, in via Curtatone, non lontano dalla stazione Termini, Francesco Toppi si convertì. Era il 16 dicembre 1945 quando egli rispose all’appello per la salvezza dopo la predicazione del pastore di origine svizzera e in odore di massoneria Herman Parli. In quelle riunioni speciali, insieme a lui si convertirono un cospicuo numero di giovani figli di credenti, tra cui il suo amico e inseparabile compagno di tante esperienze nel ministero cristiano, Paolo Arcangeli.
3. Gli studi teologici in Inghilterra
Terminati gli studi superiori e ottenuto il diploma di ragioneria, scelse di iscriversi alla Scuola Biblica in Gran Bretagna l’International Bible Training Institute (I.B.T.I.) che proprio quell’anno iniziava il suo primo corso che all’epoca aveva sede a Leamington Spa ed era diretta da Fred Squire (1904-1962), uno dei pionieri delle “Assemblee di Dio” in Gran Bretagna.
Toppi fu uno dei primi pentecostali italiani a frequentare una scuola biblica ma – secondo le scoperte del Dr. F. Chinnici ex pastore ADI -, dopo Yvonne Altura e Maria Arcangeli, una ex fascista figlia di credenti di Roma, che intanto avevano già iniziato a frequentare il Northwest Bible Institute, fondato da Henry Hamilton Ness (1895-1970) su invito dello stesso che si era fatto carico di tutte le spese.
Francesco Toppi iniziò il corso di studi nel 1947 e lo terminò nel 1949. Durante il periodo di permanenza alla scuola biblica fu battezzato nello Spirito Santo e nel corso di una riunione di preghiera, sempre durante il corso di studi, il Signore gli parlò che lo avrebbe usato efficacemente nel suo paese d’origine.
3.A. La misteriosa parentesi nei paesi scandinavi
Conclusi gli studi teologici in Inghilterra, F. Toppi invece che fare rientro in Italia fa uno strano e misterioso viaggio nella penisola scandinava. Qui egli si fermerà per diversi mesi entrando a contatto con alcuni leader del pentecostalismo mondiale. Di questo soggiorno non si sa praticamente nulla. Un viaggio e un soggiorno avvolti fino ad oggi nel mistero. Tuttavia, qualche uccellino molto bene informato riferisce che sia stato proprio durante questo soggiorno nei paesi scandinavi che F. Toppi sia stato cooptato nella massoneria.
4. La nascita delle ADI e l’inizio del ministero di Toppi
Quelli erano gli anni in cui si iniziavano a fare i primi passi organizzativi per la costituzione delle “Assemblee di Dio in Italia” (ADI) che nasceranno ufficialmente il 18 agosto 1947 anche se la registrazione sarà effettuata presso lo studio notarile di Carmelo Schillaci il 22 maggio 1948. Le ADI nasceranno grazie al diretto coinvolgimento di uomini legati alla massoneria, alla mafia e ai servizi segreti americani della Oss (poi CIA) come Henry H. Ness (delle Assemblies of God, USA) e il Rev. Dr. Frank Bruno Gigliotti (della Presbiterian Church USA), entrambi molto attivi in Italia in quegli anni, ma anche Charles Fama di cui parlano anche scrittori non evangelici. Per qualche strana “casualità” l’inizio del ministero di Francesco Toppi coincide proprio con la nascita delle chiese ADI.
Infatti, concluso il corso teologico in Inghilterra e la misteriosa pausa nella penisola scandinava, rientra in Italia nel 1949. Inizialmente fu accolto con qualche diffidenza dai fratelli principali delle neocostituite ADI perché era uno “studente biblico” – e allora questo era il modo con cui si definivano gli aderenti ai “Testimoni di Geova”-, ma fu iscritto nel Ruolo Generale dei Ministeri il 21 dicembre 1949 divenendo così il primo pastore a “tempo pieno” sostenuto totalmente dalle ADI. Sarà inviato prima in Calabria, a Casabona (KR), dove il Signore lo userà per lo sviluppo di un nutrito gruppo di credenti, e poi nei paesi della Valle Caudina, in provincia di Benevento. Il 31 maggio 1953 viene incaricato dal “Consiglio Generale delle Chiese” a sostituire i coniugi Zizzo nella cura della comunità di Torino, allora in continua crescita a motivo dell’immigrazione di credenti del sud che si spostavano lì per motivi di lavoro (era il boom dell’industria automobilistica e della FIAT). Lì egli conobbe Anna Maria Ferretti, un’elegante e raffinata musicista, che lo accompagnerà per oltre mezzo secolo. Si sposeranno il 14 giugno 1959 in un rapporto che possiamo definire complementare, e proprio per questo conosciuti in ambito ADI come “il fratello e la sorella Toppi”. Dalla loro unione nascerà la figlia Lucilla.
5. I primi viaggi negli U.S.A. e la conferenza mondiale
Nel 1958 partì alla volta degli Stati Uniti per svolgere un ampio ciclo di visite per la raccolta di offerte tra le chiese del Nord America che vollero collaborare alla costruzione dell’edificio di via Prenestina 639, Roma, che sarebbe diventata la sede dell’Istituto Biblico Italiano che formerà migliaia di giovani. Il Nostro farà un altro viaggio con le stesse finalità nel 1960. In totale furono visitate 122 chiese tra le più numerose ed importanti degli Stati Uniti.
Questi viaggi furono organizzati dal ramo italiano delle Assemblies of God e dall’I.C.E.F. (The Italian Christian Education Foundation) rappresentata da Vincent Burchieri e John McTernan che proprio in quegli anni fondava una chiesa a Roma (La “Chiesa Evangelica Internazionale”, curata fino a poco tempo fa dal past. Silvano Lilli).
Nel 1958, il Nostro partecipa, insieme agli indimenticabili R. Bracco e U.N. Gorietti, alla conferenza pentecostale mondiale che si tenne a Toronto, Canada. In quell’occasione Toppi fu invitato a fare parte del Comitato consultivo per la preparazione della VI Conferenza Mondiale Pentecostale che si sarebbe tenuta a Gerusalemme nel 1961. E la prima sessione preparatoria della conferenza mondiale si terrà proprio a Roma nel 1959. E così egli sarà il primo, e ad oggi anche unico, italiano della storia a fare parte del “comitato consultivo” preparatorio della conferenza pentecostale mondiale che si tiene a scadenza triennale. Carica che egli ricoprirà per moltissimi anni proprio per la stima che egli godeva non solo in Italia ma anche all’estero. Proprio per la stima che godeva a livello internazionale, sarà invitato a predicare al culto di “Santa Cena” della XV conferenza pentecostale mondiale che si tenne a Singapore nel 1989. Oggi le ADI non solo non hanno alcun membro nel comitato esecutivo della “Comunione Pentecostale Mondiale”, ma addirittura sono state escluse.
6. Il rientro a Roma
Dopo gli anni trascorsi a Torino, Francesco Toppi fa rientro a Roma, su invito dei responsabili delle Assemblee di Dio in Italia che nel frattempo avevano avviato il progetto di realizzazione dell’Istituto Biblico Italiano (I.B.I.). Ad onor del vero, già mentre era pastore della chiesa di Torino, i coniugi Marin l’avevano sostituito ad intervalli regolari nella cura della comunità, proprio perché egli era impegnato nell’organizzazione dell’Istituto Biblico Italiano e a viaggiare per la raccolta di fondi sin dal 1954 quando le lezioni si tenevano a Roma presso i locali della chiesa di via dei Bruzi 9-11 acquistati con i fondi fatti arrivare da Henry H. Ness.
Pertanto, nel 1959 lascia definitivamente Torino per rientrare a Roma e assumere per un biennio (1959-1961) la carica di Segretario-Tesoriere dell’Istituto Biblico Italiano. Nel 1961, a seguito delle dimissioni di Roberto Bracco avvenute nel 1960, verrà eletto pastore della storica chiesa di Roma, via dei Bruzi 9. Carica che egli ricoprirà ininterrottamente fino al 2007 quando lascerà il posto a Salvatore Cusumano, già co-pastore dal 1995.
7. Nel Consiglio Generale e l’elezione a presidente delle ADI
Nel frattempo nel 1954, ad appena ventisei anni, era stato già eletto nel Consiglio Generale delle Chiese. Affianca da subito il presidente Umberto N. Gorietti nei lavori di amministrazione delle ADI, e così mentre il tempo passava e svolgeva il ministero pastorale a Roma e insegnava alla Scuola Biblica (dove ha collaborato fino a pochi anni prima della morte impartendo corsi sulle più disparate discipline bibliche) le condizioni di salute del pastore Umberto N. Gorietti, zio dello stesso Toppi, primo Presidente e Legale Rappresentante delle Assemblee di Dio in Italia e artefice del conseguimento del riconoscimento giuridico dell’Ente Morale “Assemblee di Dio in Italia” e di tante battaglie per la libertà di religione, andavano sempre più peggiorando, finché, nell’Assemblea Generale svoltasi a Napoli nel 1977 – com’era naturale che fosse considerata la sua esperienza a fianco di Gorietti –, il pastore Toppi fu eletto Presidente e Legale Rappresentante dell’Ente Morale “Assemblee di Dio in Italia”, carica che ricoprirà ininterrottamente fino al 2007, quando, un vero e proprio complotto ordito contro di lui all’interno del Consiglio Generale delle Chiese (CGC) lo costringerà a dimettersi (ufficialmente verrà detto “per motivi di salute”) e al suo posto verrà eletto proprio Felice A. Loria che aveva capeggiato il complotto, così che già negli ultimi mesi della presidenza di Toppi, veniva considerato il presidente in pectore da quei membri del Consiglio Generale delle Chiese (CGC) che avevano ordito il tradimento.
8. La lotta per la libertà religiosa
Francesco Toppi aveva conosciuto personalmente la durezza della persecuzione fascista, e spesso ne parlava con commozione, in particolare quando raccontava di avere assistito diverse volte, ancora fanciullo, all’arresto dei propri genitori caricati in malo modo insieme ad altri credenti sui cellulari della polizia fascista. Ma un episodio lo scosse più di tutti, e fu quando, come detto prima, diciassettenne rientrando a casa non trovò i genitori perché erano stati arrestati dalla polizia. Forse è anche per questo che egli si batterà con determinazione per la libertà religiosa, in particolare quella dei pentecostali delle Assemblee di Dio in Italia. E lo farà raggiungendo gli obiettivi fissati. Infatti è sua la firma del 29 dicembre del 1986 con l’allora presidente del Consiglio italiano Bettino Craxi, della storica Intesa tra lo Stato e le chiese ADI, che nel frattempo erano divenute la terza presenza religiosa in Italia con una popolazione che allora si aggirava – secondo le loro stime -, intorno ai 100.000 fedeli, prima dell’attuale crollo che le ha praticamente decimate. L’intesa fu poi convertita in legge (n. 517) con l’approvazione dei due rami del Parlamento italiano il 22 novembre 1988.
Secondo quanto riferiscono i suoi più stretti collaboratori (pastori E. Cardarelli e S. Cusumano) il giorno della firma della Legge d’Intesa con il Presidente del Consiglio dei Ministri in carica, il 29 dicembre 1986, a Palazzo Chigi, mentre il Nostro si apprestava ad apporre la propria firma in calce al documento, gli tornò in mente un episodio della sua adolescenza, quando, non ancora convertito all’Evangelo, si trovò a passare per via XX Settembre, a Roma, entrò nella Chiesa Metodista e formulò una preghiera a Dio: “Signore, io non sono convertito, ma semmai un giorno dovessi diventare qualcuno aiutami a fare qualcosa per i miei genitori, perché al mio popolo possa essere riconosciuta piena dignità e concessa la facoltà di predicare l’Evangelo nella libertà!”. “Per l’emozione che mi suscitò quel ricordo, la grafia della mia firma, come si può notare, è alquanto incerta”, amava precisare.
Tuttavia, pare che in seguito F. Toppi abbia nutrito dei ripensamenti e si sia pentito di avere firmato le intese con lo Stato poiché queste limitavano la libertà dello Spirito Santo, secondo quanto emerge da una dichiarazione pubblica che egli stesso fece nel 2001. Le Assemblee di Dio in Italia, de facto, erano scese in Egitto a chiedere soccorso e ne erano divenute schiave (cfr. Genesi 26:2).
9. Lo sviluppo delle ADI
F. Toppi ha trascorso la sua vita interamente al servizio delle ADI, e per ben cinquantaquattro anni è stato eletto ininterrottamente nel Consiglio Generale delle Chiese, di cui trent’anni come presidente. La sua presidenza è caratterizzata dalla stipula della Legge d’Intesa con il Governo Italiano, ma anche dall’adozione di tante iniziative volte all’istruzione biblica, all’evangelizzazione, nonché alla organizzazione interna dell’Ente Morale. Sotto la sua amministrazione le ADI hanno conosciuto una crescita esponenziale senza eguali, con la fondazione di centinaia di comunità, centinaia di scuole domenicali, decine di “radio evangelo”, tre case di riposo per anziani, una “casa famiglia” per bambini bisognosi, un centro per il recupero dei tossico dipendenti, una casa editrice, il periodico “Cristiani Oggi” e persino un servizio televisivo con la produzione di centinaia di programmi trasmessi in TV sull’intero territorio nazionale.
Grazie alla sua visione le ADI hanno svolto un importante ruolo anche nell’assistenza in prima linea delle popolazioni italiane colpite da gravi calamità naturali come le alluvioni in Campania, Crotone e Piemonte, i terremoti in Umbria, Marche e Abruzzo, il sostegno alla lotta alla Leucemia, al Cancro e alla raccolta del sangue.
10. Teologo e scrittore
In età matura, egli riuscirà a far conciliare i propri impegni ministeriali con lo studio riuscendo a laurearsi a pieni voti in pedagogia presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ma la sua preparazione culturale era ampia e vasta già da prima. Questo non gli impedì mai di rimanere ancorato alle origini del risveglio e alla semplicità del messaggio evangelico. Nel corso del suo impegno ministeriale, Toppi è stato un prolifico scrittore. Oltre ad adoperarsi alla traduzione di diversi canti e di diversi libri, egli stesso sarà l’autore di diversi volumi a carattere dottrinale e devozionale, tra i quali ricordiamo la trilogia “A domanda risponde”, la raccolta di una serie di articoli che erano apparsi sull’allora quindicinale “Cristiani Oggi” (oggi mensile) che egli aveva contribuito a fondare nel 1980 insieme al suo fraterno amico Gianfranco Arcangeli (allora direttore dei corsi dell’ “Istituto Biblico Italiano” e di “Villagio Betania”) morto tragicamente a seguito di un incidente stradale nel 1984, in circostanze misteriose che, anche a distanza di tantissimi anni, non sono mai state chiarite completamente.
I suoi scritti, a distanza di tanti anni, sono considerati ancora oggi molto autorevoli, al punto che in molti casi essi costituiscono un vero e proprio vademecum per migliaia di credenti delle ADI, inclusi tantissimi pastori.
Egli ha inoltre curato la pubblicazione di diversi saggi incentrati sulla storia del movimento pentecostale italiano. E, malgrado tentativi recenti di autoproclamati “storici” che godono di appoggi massonici che hanno pubblicato scritti dai contenuti senz’altro scadenti, il suo volume E Mi sarete testimoni, edito nel 1999 da ADI-Media s.r.l. rimane ad oggi il libro più completo che sia mai stato pubblicato sulla storia del pentecostalesimo italiano, sebbene non sia imparziale e sono stati omessi tanti fatti.
Il past. Toppi era un grande oratore ed era dotato di uno sguardo eloquente capace di ”parlare” anche con gli occhi, magnetico e carismatico, un vero leader che, con i suoi pregi e suoi difetti, ha lasciato un segno non solo nel mondo pentecostale ma anche in quello evangelico.
I suoi libri, i suoi sermoni, le sue “dispense” della scuola biblica e dei vari seminari di istruzione biblica, i centinaia di studi tenuti nei centinaia di raduni ADI, nonché i migliaia di insegnamenti dati alla radio e alla televisione hanno influenzato intere generazioni divenendone dei veri e propri punti di riferimento dottrinali. Difatti molte dottrine diffuse nell’area pentecostale (non solo ADI) sono state introdotte proprio da lui. Tra tutte segnaliamo: la Gap-Theory (o teoria restituzionista), il concetto di Dio che è solo amore tralasciando che Egli è anche Geloso e Vendicatore, il concetto secondo cui Dio non predestina ma destina, l’esaltazione del libero arbitrio, la fede nell’uomo, il fatto che l’uomo non nasce totalmente depravato ma essenzialmente puro, che le fiamme dell’inferno sono simboliche, le due fasi del ritorno di Cristo e il relativo rapimento segreto della Chiesa, ecc..
La sua influenza è pressoché ovunque nel mondo pentecostale, anche al di fuori delle ADI, sia sotto l’aspetto dottrinale come anche sotto l’aspetto pratico ed ecclesiologico. La stessa struttura organizzativa delle ADI può considerarsi una sua “creatura” che Toppi ha modellato per oltre mezzo secolo a “sua immagine”. L’influenza di Toppi è evidente sotto l’aspetto dottrinale, spirituale e anche pratico, poiché i suoi scritti e i suoi insegnamenti hanno influenzato migliaia di credenti, monitori e pastori che in molti casi hanno cercato di emularlo non solo nell’omiletica ma persino nelle battute.
11. L’eredità spirituale
Checché se ne dica, egli lascia un’eredità spirituale nei cuori di tre generazioni di credenti delle Assemblee di Dio in Italia, il cui popolo ha esortato, ammaestrato e guidato in tanti decenni, la maggior parte dei quali come presidente della realtà pentecostale più significativa d’Italia. Egli è stato un protagonista del pentecostalesimo italiano, scrivendo una pagina importante per la storia dell’intero evangelismo italiano (anche non pentecostale) e, secondo qualcuno, anche una pagina non trascurabile della storia del nostro Paese. Quando negli ultimi anni sarà colpito dall’Alzheimer, si ritirerà a vita privata ad Albano Laziale, un piccolo paesino sui castelli romani a circa venti chilometri da Roma, insieme alla sua consorte e alla loro figliola.
E così – malgrado il suo successore abbia fatto di tutto per farlo cadere nell’oblio -, la sua influenza sulle ADI, ma anche sull’intero pentecostalesimo italiano, rimane e rimarrà probabilmente ancora per parecchi decenni.
12. la rimozione della memoria attuata dal suo successore
A partire dal 2007, anno delle dimissioni forzate del Nostro a causa del complotto di cui fu vittima, inizia nelle ADI una lenta e costante opera di rimozione della sua memoria da parte del suo successore, Felice A. Loria. Non si conoscono i reali motivi sia del complotto, prima, sia successivamente del tentativo di rimuoverne qualsiasi riferimento, da parte di Felice A. Loria. Non sappiamo se si sia trattato di un malcelato complesso d’inferiorità, temendo che la sua memoria avrebbe potuto in qualche modo offuscarne la sua presidenza o perché così ha voluto l’entità esterna che gestisce le ADI o altro ancora. Ciò che è certo, è che Felice A. Loria farà di tutto per liberarsi dell’ingombrante figura di una persona carismatica e amata come Francesco Toppi. Il successore di Toppi, infatti, farà di tutto per cadere nell’oblio il nome di Francesco Toppi. E così lentamente di Francesco Toppi si parlerà sempre di meno a tal punto che oggi le nuove generazioni di credenti ADI, a malapena conoscono il nome della principale figura della loro stessa denominazione, di colui che, nel bene e nel male, può essere considerato il “costruttore delle ADI”.
Proprio in questi giorni si sta scrivendo, quindi, un’altra pagina della storia ADI; perché il complotto, prima, e la rimozione della memoria, dopo, messi in atto dall’attuale presidente ADI, Felice A. Loria, rimarranno per sempre una macchia nera nella storia di questa denominazione che per i primi sessant’anni ha rappresentato la punta di diamante dell’intero evangelismo italiano.
Due curiosità
Concludiamo questo articolo con due curiosità.
1. La Biblioteca Francesco Toppi
Recentemente, in seguito alla generosa donazione da parte dei familiari di alcune migliaia di libri provenienti dalla libreria personale del Pastore Toppi, è stata istituita presso gli uffici della chiesa ADI di Roma, via dei Bruzi 9, una Biblioteca alla sua memoria che tutti possono consultare previo appuntamento. Il nome assegnatogli è appunto: “Biblioteca Francesco Toppi”.
2. L’ombra della massoneria
Ha destato notevole scalpore il fatto che la notizia della morte di Francesco Toppi sia stata riportata sia su un gruppo facebook a favore della Massoneria sia sul notiziario massonico italiano, con i relativi commenti di massoni che hanno dichiarato di averlo conosciuto personalmente ed esserne stati addirittura amici. Questo ha fatto gridare alcuni allo scandalo, ipotizzando che il Toppi stesso sia stato massone o perlomeno abbia intrattenuto legami di amicizia con appartenenti alla massoneria. Ad oggi non se ne ha una prova apodittica ad eccezione di qualche testimonianza di chi l’ha conosciuto da vicino che sarebbe in possesso di una prova documentaria che però fino ad oggi non ha ancora voluto rilasciarci.
Scheda riassuntiva
- Nascita: Roma 1 gennaio 1928
- Conversione: 16 dicembre 1945
- Iscrizione nel Ruolo Generale dei Ministeri ADI: 21 dicembre 1949
- Matrimonio: 14 giugno 1959
- Presidente delle ADI: 1977 – 2007
- Decesso: 14 agosto 2014
© StoriaPentecostale.org