Le radici remote
- Il battesimo nello Spirito Santo, il cui antecedente immediato è il movimento holiness;
- Le guarigioni e altri segni della presenza dello Spirito Santo (profezie, estasi e così via);
- Il premillenarismo, secondo cui Gesù Cristo verrà presto sulla Terra nel mezzo di catastrofi per inaugurare un regno di mille anni precedente al Giudizio Universale. Il principale teorico del premillenarismo è stato John Nelson Darby (1800-1882) – che è alle origini delle Chiese dei Fratelli cosiddetti “stretti” –, il quale ne insegnava una versione “dispensazionalista”, secondo cui la storia della Chiesa è divisa in periodi chiusi detti “dispensazioni”. La contraddizone consiste nel fatto che il dispensazionalismo è cessazionista per definizione per cui mal si concilia con le credenze nelle guarigioni e nei miracoli (dal momento che questi fenomeni, nello schema darbysta, sono considerati finiti con la fine della “dispensazione” della Chiesa primitiva), ed è per questo che incontra particolari resistenze in gran parte del movimento holiness (chiese dei Fratelli, Battisti, ecc.).
- La religiosità afro-americana. I neri d’America avevano aderito a una grande varietà di denominazioni protestanti, e ne avevano create di proprie. La loro spiritualità era caratterizzata soprattutto dall’oralità, cioè da modi espressivi che si affidavano alla predicazione, alle tradizioni orali, al canto, alla danza, al corpo più che alla parola scritta e alla teologia. Se per il mondo afro-americano dei primi decenni dell’Ottocento – dove era largamente presente l’analfabetismo – si può parlare di un residuo di oralità primaria, l’attenzione particolare a modi espressivi che prescindono dalla parola scritta spiega il successo del pentecostalismo nel mondo contemporaneo (dove radio e televisione confinano nuovamente lo scritto in una dimensione subordinata) e anche nei paesi del Terzo Mondo, dove l’oralità primaria è ancora diffusa
Le radici prossime
- L’anti-denominazionalismo, che si sviluppa alla fine dell’800 all’interno del protestantesimo, secondo cui le denominazioni, sovente identificate con “Babilonia”, sono una corruzione del cristianesimo. È quello il periodo in cui molti gruppi holiness costituiscono semplici network di chiese locali indipendenti dello stesso orientamento senza dotarsi di specifiche strutture.
- L’interesse per la glossolalia, ossia pronunciare una serie di parole che non corrispondono ad alcuna lingua conosciuta. La glossolalia (“parlare in lingue nuove”) non va confusa con la xenoglossia, che consiste nell’esprimersi correttamente in una delle lingue umane conosciute, che è però sconosciuta a chi comincia a parlarla. Se ad esempio qualcuno che non ha mai studiato il cinese, incomincia a parlare correttamente in cinese si è di fronte a un fenomeno di xenoglossia soprannaturale. Se invece ci si limita ad esprimersi con parole e suoni che, messi insieme, non corrispondono ad alcuna lingua conosciuta, l’esperienza spirituale può essere – oltre che assai più comune – molto profonda, ma si tratta di glossolalia e non di xenoglossia. La glossolalia si era affacciata occasionalmente in revival di predicatori come Dwight L. Moody (1837-1899) e aveva avuto un ruolo in determinate fasi storiche di movimenti profetici come gli shakers, i mormoni o la Chiesa Cattolica Apostolica (impropriamente detta “Irvingita”).
Le origini del pentecostalismo
Le origini del pentecostalismo si perdono nella leggenda come vedremo. Quel che è certo, è che risalgono a cinque (5) revival, inizialmente circoscritti a determinate aree geografiche ma in seguito capaci di acquisire un’ampia risonanza internazionale. Li chiameremo “episodi”, perché in ogn’una di queste aree si verificano dei fatti che li contraddistinguono e ognuno di essi si concentra attorno a una figura carismatica. Tali “episodi” sono collegati tra loro e li esporremo in modo cronologico.
- Gli episodi di Topeka, nel Kansas, nel 1901, attorno alla figura carismatica di Charles Fox Parham (1873-1929).
- Gli episodi di Azusa Street, a Los Angeles, nel 1906, attorno alla figura carismatica di William Joseph Seymour (1870-1922).
- Gli episodi di Portland, Oregon, intorno al 1907, attorno alla figura carismatica di Florence Louise Crawford (1872-1936).
- Gli episodi di Chicago, dal 1907, attorno alla figura carismatica di William Howard Durham (1873-1912) che poi avranno un’influenza più consistente rispetto ai precedenti, talché la linea di W.H. Durham sarà quella che s’imporrà di più e a cui oggi sono riconducibili le principali denominazioni pentecostali del mondo. Questa è anche la radice a cui è riconducibile il pentecostalismo italiano. E a questa soltanto.
- Gli episodi del Galles tra il 1904 e il 1908 attorno alla figura carismatica di William Oliver Hutchinson (1864-1928).
1. Gli episodi di Topeka, nel Kansas (1901)
Charles Fox Parham (1873-1929) – un ex-metodista che si colloca nella vasta “area libera” del movimento holiness – può essere considerato il padre del pentecostalismo, anche se questa qualifica non è rivendicata volentieri dai pentecostali contemporanei, a causa delle polemiche legate alla carriera successiva di Parham, che è accusato di immoralità e di razzismo. Originario di Muscatine, nell’Iowa, Parham aveva iniziato – ma non completato – gli studi teologici in un seminario metodista ed era stato pastore metodista di Eudora, nel Kansas, fino al 1895. In quell’anno si convince della tesi di una parte del movimento holiness secondo cui occorre lottare contro le denominazioni e costituire comunità cristiane indipendenti, mantenendo solo tenui legami con altre comunità. Nel 1896 Parham sposa Sarah Thistlethwaite (1877-1937), una quacchera, la cui famiglia – che comprende la sorella di Sarah, Lilian Thistlethwaite (1873-1939), un’attiva predicatrice – lo interessa sia al movimento quacchero, sia ad alcune dottrine che vengono dalle frange più radicali del mondo protestante, fra cui il condizionalismo, o teoria dell’immortalità condizionata dell’anima, secondo cui dopo la morte l’anima “dorme” nella tomba insieme col corpo mentre alla seconda venuta di Gesù Cristo i buoni risorgeranno per la vita eterna mentre i cattivi saranno semplicemente “posti nel nulla” (una dottrina condivisa anche dagli avventisti del Settimo Giorno e dai Testimoni di Geova).
L’interesse principale di Parham si situa peraltro sul versante delle guarigioni miracolose, a proposito delle quali nel 1900 inizia quella che diventerà una lunga e violenta controversia con John Alexander Dowie. Nello stesso anno Parham con un pugno di seguaci riuniti in un gruppo chiamato Apostolic Faith apre una scuola biblica a Topeka, la Bethel Bible College, adattando una grossa abitazione privata, con alcune caratteristiche riprese dalle esperienze di Frank Sandford a Shiloh, che Parham aveva visitato e da cui era rimasto notevolmente impressionato. All’interno della corrente holiness, Parham insegna il battesimo dello Spirito Santo come terza esperienza dopo la giustificazione e la santificazione. Secondo Parham è necessario che i suoi studenti si preparino nella meditazione e nella preghiera, chiedendo incessantemente il battesimo dello Spirito Santo, che si mostrerà con segni inequivocabili.
Secondo una certa mitologia sulle origini pentecostali, la prima studentessa della Bethel Bible School di Topeka a ricevere il “dono delle lingue” come prova del “battesimo dello Spirito Santo” – Agnes Ozman (1870-1937), che avrebbe avuto in seguito una interessante carriera come missionaria indipendente –, avrebbe iniziato a parlare in lingue nella prima notte di Capodanno del nuovo secolo, fra il 31 dicembre 1900 e il 1° gennaio 1901. Storici recenti ritengono che la data sia stata leggermente spostata per sottolinearne il significato simbolico, e che l’esperienza vada collocata invece nella serata del 1° gennaio o nella mattinata del 2 gennaio del 1901. Sembra pure inesatto sostenere – come spesso è ripetuto – che l’irruzione della glossolalia abbia colto assolutamente di sorpresa gli studenti del Bethel Bible College e lo stesso Parham; quest’ultimo in realtà aveva già insegnato precedentemente che il dono delle lingue avrebbe potuto e dovuto manifestarsi come prova iniziale del battesimo dello Spirito Santo. Con un equivoco caratteristico dei primi anni del pentecostalismo, la glossolalia di Agnes Ozman è scambiata per xenoglossia, e Parham annuncia alla stampa che la sua allieva parla in un perfetto cinese. Quando in seguito altri allievi di Parham – che interpretano il loro dono delle lingue come xenoglossia –, cercano di svolgere un’attività missionaria tra popolazioni asiatiche ed europee utilizzando le “lingue” che hanno miracolosamente ricevuto, l’equivoco è chiarito e nella sua grande maggioranza la corrente pentecostale riconosce le proprie esperienze come glossolalia e non come xenoglossia.
Nei suoi primi anni, la storia del Bethel Bible College dopo l’evento del 1901 non è la storia di un successo. L’eco è modesta – ristretta alla stampa locale –, e l’interpretazione degli eventi controversa all’interno stesso della scuola. Le polemiche portano anzi alla chiusura del Bethel Bible College (Agnes Ozman si trasferisce a Shiloh, dove rimane per qualche tempo), e il gruppo di Parham, la Apostolic Faith, diventa una piccola “banda” itinerante come molte altre che esistono all’interno del movimento holiness. I fenomeni di glossolalia occasionalmente si ripetono, ma il successo è modesto e confinato ad alcune comunità rurali del Kansas (fra cui Keelville, dove nel 1904 è costruita la prima cappella pentecostale), dell’Oklahoma e del Missouri. Nel 1905 Parham decide di estendere le sue attività al Texas e nel 1906 prende una decisione che si rivelerà cruciale per il futuro del pentecostalismo. Benché Parham non sia di idee particolarmente liberali in materia di segregazione razziale – e anzi utilizzi spesso toni francamente razzisti –, permette ad alcuni afro-americani di assistere alle sue lezioni bibliche a Houston, confidando che possano “portare il Vangelo a quelli del loro colore”. Charles F. Parham malgrado sia stato mitizzato dagli storici pentecostali, rimane un personaggio enigmatico su cui incombono molte ombre: era razzista, simpatizzava per la società segreta del Ku Klux Klan, era stato cooptato alla massoneria, fu accusato di omosessualità e arrestato il 18 luglio 1907 con l’accusa di sodomia e violenza carnale nei confronti di un giovane di 22 anni, un certo J.J. Jourdan, un reato condannato dal codice penale del Texas. Fu poi liberato dietro pagamento di una sostanziosa cauzione ma dovette lasciare il Texas. Verrà emarginato dalle chiese pentecostali.
Nel 1907 l’uomo d’affari nel campo assicurativo e predicatore metodista John Graham Lake (1870-1935) ricevette l’esperienza pentecostale dal ministero di Charles Parham. Dopo la sua esperienza pentecostale, Lake abbandonò il mondo delle assicurazioni e nell’aprile del 1908 condusse un gruppo di missionari a Johannesburg, sud Africa, da dove incominciò a diffondere il messaggio pentecostale per tutta la nazione.
2. Gli episodi di Azusa Street, a Los Angeles (1906)
Tra gli afro-americani che parteciparono alle riunioni di Charles F. Parham vi fu il battista William Joseph Seymour (1870-1922) – che secondo una storia che somiglia più a una leggenda assiste alle lezioni di Parham a Houston, per non turbare le convenzioni sulla segregazione razziale, nascosto dietro una tenda –, invitato da Neeley Terry (1858-1934, una fedele afro-americana della Chiesa del Nazareno, una denominazione holiness, che lo aveva conosciuto a Houston) a predicare a Los Angeles. Egli accetta, benché non abbia ancora ricevuto il “battesimo dello Spirito Santo” e nonostante l’avviso contrario di Parham, che non gli perdonerà mai la disobbedienza del discepolo e più tardi ne descriverà le attività sul suo giornale (“Free Love”, Apostolic Faith, dicembre 1912, p. 4) – con caratteristici accenti razzisti – come “negrismo” ed esempi dell ’“animalismo tipico dei negri”. Dopo la rottura con Seymour (un tentativo di riconciliazione nello stesso anno 1906 a Los Angeles fallisce), Parham dedica le sue energie alla conquista di Zion City, la comunità nell’Illinois fondata da John Alexander Dowie, in una feroce lotta con il successore di quest’ultimo, Wilbur Glenn Voliva (1870-1942). Nel corso di questa lotta gli avversari di Parham insistono sulle accuse di immoralità, che causano il declino del suo gruppo, la Apostolic Faith Church (da non confondere con la Apostolic Faith Mission, nome che prenderà invece il movimento di Seymour), che – con un ridotto numero di aderenti – esiste peraltro ancora oggi. A partire dagli anni 1910 – e fino alla sua morte, avvenuta nel 1929 – Parham rimane una figura minore nella storia del pentecostalismo, di cui era stato per molti versi l’iniziatore.
Seymour e Parham potevano essere in dissenso su molti argomenti, ma erano d’accordo sul fatto che il dono delle lingue costituisse la prova iniziale e infallibile del fatto che il fedele aveva ricevuto il battesimo dello Spirito Santo. Contro questa dottrina si era invece andata organizzando la reazione di un’ampia parte del mondo holiness. Nel viaggio da Houston a Los Angeles, Seymour si ferma a Denver dove cerca di entrare in contatto con una denominazione holiness chiamata “Pillar of Fire” e guidata dalla celebre predicatrice Alma White (1867-1946). Contraria alla glossolalia, quest’ultima definisce Seymour “un fachiro e un vagabondo” (A. White, Demons and Tongues, Pillar of Fire Publications, Zarepath [New Jersey] 1919, pp. 68-69). Anche a Los Angeles Seymour cerca senza successo di farsi accogliere come predicatore in varie cappelle del movimento holiness. Finalmente – dopo avere radunato i suoi sostenitori in una casa privata di Bonnie Brae Street – Seymour rimette in ordine una chiesa abbandonata al numero 312 di Azusa Street. Questo edificio – che oggi non esiste più – è considerato da molti come la “chiesa madre” del pentecostalismo. Già prima di trasferirsi in Azusa Street, Seymour e diversi suoi seguaci avevano finalmente sperimentato la glossolalia. Si tratta di una novità per Los Angeles, che è notata dalla stampa locale. Il Los Angeles Times in un articolo del 18 aprile 1906 che diventerà famoso parla di “una nuova setta di fanatici” e di una “selvaggia Babele di lingue”.
La reazione della stampa tende a mettere in ridicolo la glossolalia, e Parham – venuto a ispezionare Azusa Street di persona – definisce i fenomeni “non glossolalia autentica” (e tanto meno xenoglossia, come anche Seymour credeva), ma “rumori inarticolati tipici dei negri del Sud” (“Editorial”, Apostolic Faith, ottobre 1912, p. 6). Nonostante questo – e, per la verità, più lentamente di quanto certe visioni romantiche delle origini pentecostali lascino intendere – migliaia di persone da tutti gli Stati Uniti e il Canada (alcuni perfino dall’Europa) prendono la strada di Azusa Street per vedere di persona che cosa succede. È ad Azusa Street che la glossolalia come prova iniziale del battesimo dello Spirito Santo si fonde con l’oralità tipica della cultura afro-americana, con disgusto di Parham ma con risultati che ad altri appaiono affascinanti. La predicazione insiste sui temi del premillenarismo, e il fatto che poco dopo l’inizio delle attività di Seymour ad Azusa Street la California sia scossa dal terremoto di San Francisco sembra a molti un segno che i tempi apocalittici siano davvero cominciati. Secondo alcuni storici il premillenarismo e l’annuncio dell’imminente fine del mondo sono, in questi anni, perfino più importanti della glossolalia nella predicazione del pentecostalismo nascente.
Negli anni che vanno dal 1906 al 1909 frequentano Azusa Street quasi tutti i leader delle denominazioni holiness del protestantesimo e molti predicatori holiness indipendenti che rifiutano di aderire alle denominazioni.
3. Gli episodi di Portland, Oregon (intorno al 1907)
Quando la missione di Azusa Street diede inizio alla pubblicazione del giornale The Apostolic Faith, William J. Seymour nominò la signora Florence Louise Crawford (1872-1936) direttrice nazionale della costa del Pacifico, dove avrebbe aiutato altre missioni e chiese a unirsi al movimento. Così verso la fine del 1907 la signora Florence L. Crawford si trasferisce a Portland da dove per un po’ avrebbe contiunato a diffondere la rivista “The Apostolic Faith” fino alla rottura definitiva che si consumerà nel 1911, quando Florence Crawford diede inizio a un’opera indipendente con il nome molto simile a quello della missione di Seymour: “Apostolic Faith Church“ (“church” invece che “mission”). Secondo Florence Crawford, la separazione si era resa necessaria perché Seymour aveva abbandonato la posizione “wesleyana” secondo cui la santificazione era una seconda opera di grazia dopo la conversione ma le vere ragioni furono altre. Il declino della missione di Seymuor e l’ascesa della missione di Crawford acquisì ulteriore influenza quando Clara Lum, direttrice del giornale The Apostolic Faith e segretaria personale di W. J. Seymour – con cui si vociferò vi fosse stato un flirt -, lascia la missione di Azusa Street perché non condivide che W. J. Seymuor si sposi con Jennie Evans Moore. A quel punto, a metà del 1908, Clara Lum decide di unirsi a Florence L. Crawford. Così lascia Los Angeles per trasferisi nella missione di Portland, ma porterà con sé tutta la mailing list dei sostenitori della Missione di Azusa Street che ricevevano regolarmente il giornale. Questo increscioso fatto creerà un danno economico enorme al ministero di Seymour che vedrà le sue finanze migrare verso la signora Florence L. Crawford e segnerà il declino della missione di Azusa Street e l’ascesa di quella di Portland. Successivamente, nel 1912, Florence L. Crawford divorzierà dal suo secondo marito.
4. Gli episodi di Chicago (dal 1907)
Con il declino della leadership di William J. Seymour, Azusa Street si rivelerà un “fuoco di paglia”, e così rimane confinata a una piccola comunità afro-americana. Infatti intorno al 1910 ci sono già negli Stati Uniti e in Canada diverse decine di migliaia di pentecostali, che non riconoscono come leader né Parham e né Seymour. E qui entra in scena un altro personaggio che avrà invece un’ampia risonanza internazionale.
Tra i visitatori di Azusa Street vi è anche William Howard Durham (1873-1912) formatosi in una chiesa battista riformata e che presto sarebbe diventato l’uomo di punta del pentecostalismo mondiale. William H. Durham che nel frattempo aveva lasciato la chiesa battista e nel 1901 aveva fondato a Chicago la North Avenue Full Gospel Mission, una comunità simpatizzante del Movimento di Keswick. Quando il messaggio pentecostale di Azusa Street, Los Angeles, raggiunse Chicago nel gennaio del 1907, rimase scosso che uno dei suoi più stimati collaboratori – l’Anziano J.C. Sinclair -, fosse stato battezzato nello Spirito Santo con il segno del parlare in altre lingue. Durham non dubitò mai che quella fosse opera di Dio, ma nutriva delle perplessità sul fenomeno glossolalico per cui decise di verificare personalmente andando a visitare la missione di Azusa. L’8 Febbraio del 1907 giunse alla missione di Azusa Street e il 26 Febbraio fece anch’egli l’esperienza del parlare in altre lingue. Rientrato a Chicago, la sua missione nella North Avenue divenne da subito – grazie anche alla pubblicazione del periodico The Pentecostal Testimony -, il principale centro di diffusione del risveglio pentecostale, in particolare nel Midwest e tra le minoranze etniche, finendo per superare per dimensioni e influenza quello di Azusa Street e di tutti gli altri.
William H. Durham, che era cresciuto in una tradizione riformata, trovò difficile accettare la dottrina wesleyana di un processo di salvezza in tre fasi e fu assertore autorevole dell’Opera Perfetta e Completa del Calvario (detta Finished Work) che ripudiava la santificazione come seconda opera della Grazia, nel senso che l’opera che Gesù Cristo compì sul Calvario è perfetta e completa assicurando la possibilità della rigenerazione e della santificazione, mentre il battesimo nello Spirito Santo con il segno del parlare in altre lingue è susseguente. Rapidamente Durham acquisì sostenitori tra i pentecostali di provenienza riformata, battista e dell’Alleanza cristiana e missionaria e di molti missionari all’estero, ma entrò in conflitto con i predicatori pentecostali più anziani, come William Seymour, Charles Parham e Florence L. Crawford.
William Howard Durham
William H. Durham è senz’altro il personaggio più influente dell’intero pentecostalismo. Egli era un predicatore di eccezionale oratoria che spiccava anche per la sua preparazione teologica. Egli riveste un ruolo fondamentale nella storia del pentecostalismo mondiale e, in particolare, quello italiano perché alla North Avenue Mission, giungeranno gli italiani Luigi Francescon (1866-1964) il primo italiano battezzato nello Spirito Santo, Rosina Francescon, Dora De Cicco, Giovanni Garrou, Pietro ed Emma Ottolini e altri che saranno i pionieri del pentecostalismo italiano e di cui parleremo nel capitolo successivo. Va detto, però, che in Italia vi erano già persone che avevano fatto l’esperienza pentecostale, come emerge dall’articolo a firma di F. Chinnici.
Il carisma e gli insegnamenti di William H. Durham influenzeranno un’intera generazione di leader che porteranno il messaggio pentecostale in tutto il mondo. Oltre agli italiani, già citati, che porteranno il messaggio pentecostale in Italia ma anche agli italiani in Nord America, Argentina e Brasile, tra i tanti che meritano una citazione troviamo: F.A. Sandgren, pioniere tra gli scandinavi nel Midwest e uno di loro, Daniel Berg, fonderà le “Assemblee di Dio” in Brasile, Andrew Urshan, pioniere del pentecostalismo persiano e assiro, Andrew H. Argue in Canada, Eudorus N. Bell, che diventerà il primo presidente delle Assemblies of God of USA, Aimee Semple McPherson e John C. Sinclair che fonderanno le loro rispettive denominazioni che esistono ancora oggi fino a Frank Ewart e Howard A. Goss che diventeranno i fondatori del così detto pentecostalismo unitariano. W. H. Durham morirà, a causa di una polmonite, a Los Angeles nel 1912.
La paradossale metamorfosi:
dall’anti-denominazionalismo al –> network e poi al –> denominazionalismo
William H. Durham era un convinto congregazionalista e fu sempre contrario alla creazione di qualsiasi forma di denominazione organizzata in quanto – come dichiarò esplicitamente -, essa rappresenta: “il più grande ostacolo all’avanzamento della causa di Gesù Cristo” (“The Church”, Pentecostal Testimony, anno 2, n. 1, s.d., p. 14).
Tuttavia, più tardi, quando il risveglio pentecostale crebbe, W. Durham malgrado continuasse ad essere contro ogni forma di roganizzazione, si vide costretto ad accettare una seppur lieve forma di network pentecostale e limitatamente per ragioni amministrative. Egli si oppose sempre e comunque tenacemente a qualsiasi tentativo di trasformare il risveglio pentecostale in una denominazione.
Per una incredibile e paradossalmente “coincidenza” le principali denominazioni pentecostali oggi esistenti, affondano le loro radici proprio nell’opera di W. Durham. In realtà – se si eccettua la parte (minoritaria) costituita dai fedeli delle denominazioni holiness che si erano semplicemente trasformate in denominazioni pentecostali –, nella grande maggioranza coloro che vedono nella glossolalia la prova del battesimo dello Spirito Santo non intendono riconoscere alcun leader né alcuna organizzazione. Essi insistono infatti nella critica contro qualunque forma di denominazionalismo. Infatti, inizialmente si costituiscono in vari network i cui partecipanti sono uniti dalla glossolalia e da un premillenarismo darbysta che attende il ritorno di Cristo da un momento all’altro, ma divergono su un gran numero di altri punti. Ciascun gruppo locale ha le proprie dottrine distintive. I temi teologici sono i più vari, da uno stretto fondamentalismo (proclamato nonostante i fondamentalisti condannino la glossolalia come diabolica) a teorie diffuse piuttosto nella corrente avventista o nei movimenti profetico-messianici come il condizionalismo o l’anglo-israelismo (la dottrina secondo cui i popoli anglo-sassoni sono di origine ebraica e costituiscono gli eredi legittimi del regno di Israele), entrambi predicati da C. Parham. Eppure, nel corso degli anni si trasformeranno, paradossalmente, in organizzazioni religiose economicamente potenti e politicamente influenti. Tra le principali denominazioni pentecostali riconducibili a W. Durham troviamo: (giusto per citarne alcune)
- Il pentecostalismo in Italia (tramite L. Francescon vd. articoli correlati alla fine)
- Assemblies of God of USA;
- International Church of the Foursquare Gospel;
- Open Bible Standard Churches;
- New Testament Christian Churches of America, Inc.;
- The Scandinavian-American Fellowship of Christian Assemblies e le Independent Assemblies of God, International;
- The Italian-American International Fellowship of Christian Assemblies (tramite L. Francescon);
- Congregação Cristã no Brasil (tramite L. Francescon);
- The Assembleias de Deus of Brazil;
- Pentecostal Church of God;
- The Pentecostal Assemblies of Canada;
- The Oneness United Pentecostal Church;
- E molte chiese pentecostali indipendenti, principalmente nel Nod-Est degli Stati Uniti.
“L’organizzazione è il più grande ostacolo all’avanzamento della causa di Gesù Cristo”
(William H. Durham in “The Church”, Pentecostal Testimony, anno 2, n. 1, s.d., p. 14).
5. Gli episodi del Galles (tra il 1904 e il 1908)
Alla fine del XIX secolo, viveva in Galles un normalissimo giovane, minatore gallese che si chiamava Evan John Roberts (1878-1951). Suo padre si era infortunato quando lui aveva 12 anni per cui aveva iniziato ad andare in miniera per aiutare la famiglia. Evan non era una persona di grandi talenti, non eccelleva in intelligenza e nemmeno nell’oratoria, ma aveva una particolare predisposizione per le cose religiose. Quando era un ventenne mentre i suoi coetanei preferivano dedicarsi ai piaceri giovanili, egli preferiva le riunioni di preghiera. Egli passava ore a pregare e predicare, da solo, nella sua stanza, al punto che la signora che gli affittava la camera cominciò a temere che non fosse sano di mente o che fosse posseduto da demòni. E così gli diede lo sfratto.
Il 15 settembre del 1902, Evan Roberts lasciò la miniera a Loughor e cominciò un apprendistato come fabbro a Pontardulais, Glamorgan. Il motivo del suo trasferimento fu perché ardiva predicare il vangelo ma rifuggiva l’idea di essere pagato per questo. Così decise di avere un proprio lavoro che gli consentisse di viaggiare predicando. A gennaio del 1904 cominciò a predicare presso le chiese Metodiste Calviniste del Distretto di Swansea, nel Galles del Sud, e a settembre dello stesso anno si iscrisse alla Scuola di Grammatica, Newcastle Emlyn, Cardiganshire, per prepararsi ad affrontare l’esame d’ingresso per accedere al Collegio Biblico di Trevecca, Talgarth, Brecon, associato al grande personaggio gallese del Risveglio del 1735, il Rev. Howell Harris, che aveva fondato la chiesa Metodista Calvinista Gallese. Qui, egli venne a contatto con l’Evangelista Seth Joshua, del “Forward Movement” (fondato nel 1872 come braccio evangelistico della Chiesa Presbiteriana calvinista Gallese) che stava sperimentando un certo risveglio nelle sue riunioni.
E. Roberts fu talmente scosso da questo ministero che lasciò gli studi per dedicarsi alla predicazione itinerante senza alcuna struttura gerarchica che lo sostenesse. Migliaia di persone di diverse denominazioni protestanti furono coinvolte in lunghe riunioni caratterizzate, secondo osservatori americani e francesi, da una “evidente spontaneità e disordine”. Nello spazio di pochi mesi, circa 100.000 persone si sarebbero convertiti. Tuttavia, E.J. Roberts (1878-1951) rifiuterà di aderire al pentecostalismo e rigetterà il parlare in altre lingue.
Esponenti del revival gallese visitando gli Stati Uniti prenderanno conoscenza diretta del pentecostalismo americano, assorbendone alcuni temi caratteristici pur mantenendo un’identità distinta che consisteva principalmente nel “governo spirituale” dei cinque ministeri di Efesini 4:11, ossia apostoli, profeti, evangelisti, pastori e dottori, intesi, però, originariamente per le singole comunità locali essendo diffuso anche qui l’antidenominazionalismo e il congregazionalismo. Da questa componente del risveglio, per così dire “europea”, emergeranno poi le “Chiese Apostoliche” pentecostali grazie all’opera di William Oliver Hutchinson (1864-1928) e dei fratelli Daniel Powell Williams (1882-1947) e William Jones Williams (1891-1945).
William Oliver Hutchinson dopo essere venuto a contatto con il risveglio del Galles, è incuriositò dalle notizie che giungono in merito al risveglio pentecostale, e così accetta l’invito a recarsi a Sunderland per partecipare a una Conferenza Pentecostale Internazionale. In quella occasione egli ricevette il dono dello Spirito Santo con il parlare in altre lingue e fonderà la Apostolic Faith Church a Bournemouth nel 1908. Il nome è simile all’organizzazione di Parham, ma non ci sono relazioni dirette.
I fratelli Williams (Daniel Powell e William Jones) che si erano convertiti a Natale del 1904 durante il risveglio del Galles con il ministero di E. Roberts, faranno l’esperienza pentecostale della glossolalia nell’agosto del 1909, mentre sono in vacanza ad Aberaeron con degli amici. A seguito di questa esperienza lasceranno la chiesa battista in cui si trovano portandosi con loro molti membri con cui fonderanno una chiesa indipendente che si unirà alla “Apostolic Faith Church” di W.O. Hutchinson. Anche lì, però, la luna di miele durerà poco. Sorgeranno varie divergenze sia a carattere dottrinale (sull’autonomia delle chiese locali e l’organizzazione della chiesa), sia etiche (a chi bisognava rendere conto del proprio ministero) che finanziarie (le intestazioni delle proprietà acquistate). Tali divergenze che si protrassero per diverso tempo, culminarono con un’ulteriore divisione nel 1916 dove ancora i fratelli Williams (Daniel e William) – il primo Apostolo e il secondo Profeta -, riusciranno a trascinarsi gran parte delle chiese con loro per dare vita a una vera e propria denominazione verticistica con un sistema episcopale e non più congregazionalista che assumerà il nome di “Apostolic Church”(Chiesa Apostolica) formata inizialmente da 19 chiese locali situate tutte nel Galles, ma non più autonome com’erano prima perché nel frattempo avevano lasciato la visione congregazionalista e avevano adottata quella espicopale piramidale. Fonderanno subito una rivista che servirà a coordinare le chiese locali che chiameranno Riches of Grace (Ricchezze di Grazia) e nell’agosto dello stesso anno terranno la prima conferenza annuale a Penygroes, nel Carmarthenshire, nel Galles. Convegno, che si tiene tuttoggi.
Insomma, i fratelli Williams (Daniel e William), nel creare una vera e propria organizzazione con un’organizzazione episcopale e non più congregazionalista anche i cinque ministeri di Efesini 4:11 – com’era inevitabile – si trasformeranno in una gerarchia nazionale. Da questa denominazione più tardi ha origine la “Chiesa Apostolica in Italia” nel 1928 grazie ai contatti con Alfredo Del Rosso (1890-1985), un pastore battista riformato e calvinista di Civitavecchia (Roma) che però successivamente abbandonerà il pentecostalismo per dare vita alla “Chiesa del Nazareno” in Italia.
Una menzione a parte meritano pure due figure indipendenti come Frank Bartleman (1871-1936) e Thomas Ball Barratt (1862-1940). F. Bartleman partecipò agli incontri di preghiera guidati da William J. Seymour ad Azusa Street, Los Angeles, dal 1906 al 1908, mettendone per iscritto le cronache. Fu un predicatore itinerante e svolse un lavoro missionario a Chicago, durante il quale ne approfittò per frequentare il Moody Bible Institue, e in Cina dal 1908 al 1916. Egli scrisse sei libri, quattro opiscoli e oltre 150 articoli per riviste pentecostali. TB Barratt invece non visitò Azusa Street perché non aveva i soldi per il viaggio (vi si recherà molti anni dopo) però vi scrisse una lettera e la risposta – egli dirà -, gli cambiò la vita. TB Brratti era norvegese di origine inglese, ed è considerato il fondatore del pentecostalismo in Norvegia e avrà un ruolo decisivo per la diffusione del pentecostalismo in Europa.
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