La perizia sui pentecostali del dott. O. Zacchi (1928)
Continua la pubblicazione di documenti a cura del Comitato scientifico “Storia Pentecostale” che qui rendiamo fruibili gratuitamente, come gratuitamente rendiamo fruibili tutte le nostre pubblicazioni perché siamo persuasi che tutti abbiano il diritto di conoscere la vera verità sul pentecostalesimo italiano a differenza di mercenari che pubblicano volumi mistificatori a scopo di lucro (cfr. Matteo 10:8).
Già dal 1927 s’introducevano nell’ampio scantinato adibito a sala di culto del villino del costruttore Ettore Strappaveccia (1886-1957) – Anziano e finanziatore del gruppo pentecostale –, sito in via Adige 20, delle spie inviate dal Ministero dell’Interno, ma anche medici, psichiatri e specialisti d’ogni genere che sotto mentite spoglie di simpatizzanti presenziavano alle riunioni. L’11 giugno 1928, rispondendo alla circolare del capo della polizia Arturo Bocchini, il prefetto di Roma aveva dato un giudizio tutto sommato positivo, ma gli ambienti cattolici non desistettero e si procurarono la prima perizia “scientifica” affidata al Dott. Cav. Uff. Osvaldo Zacchi, che però non era uno psichiatra come erroneamente scrive il prof. G. Rinaldi ma un medico-chirurgo e fratello di un noto conferenziere domenicano. Egli il 15 luglio del 1928, e non il 25 luglio come erroneamente continua a scrivere il prof. Rinaldi, presenziò al culto di via Adige a cui seguì la perizia che porta la data del 16 luglio nella quale parlava di «suggestione collettiva» di soggetti neuropatici, e sosteneva che la pratica del culto pentecostale (nella perizia definiti «pentecostieri») era dannosa per la salute psichica degli aderenti.
Purtroppo il prof. G. Rinaldi, non si è reso colpevole solo di uno scempio accademico basando i suoi libri sull’intero apparato documentario del volume “La massoneria smascherata” di G. Butindaro (Roma, 2012) senza citarlo mai, nascondendolo quindi ai propri lettori, ma continua a confermarsi un incompetente sul pentecostalesimo perché gli errori, le sviste, le manipolazioni sono troppe per essere perdonati a un professore universitario che eccellerà, forse, sulla storia del cristianesimo antico, ma sulle sue competenze sulla storia pentecostale è stato smentito sul campo dimostrandosi assolutamente inattendibile e perdendo ogni credibilità. Tra i suoi errori più pacchiani ricordiamo: la nomina di Henry H. Ness a presidente delle AoG mentre non lo fu mai; il termine inglese “principal” reso con “presidente” invece che con “preside” – sempre in rif. a H. Ness -; il riconoscimento giuridico delle ADI anticipato al 1955 invece che nel 1959; Novi Ligure inserita tra le città costiere, mentre invece sta in collina, ecc., ecc.).(1)
Tornando alla perizia del dott. Zacchi, va detto che non fu l’unica ma che seguirono altri pareri medici e informative di polizia discordanti, ma questa perizia rimase la stella polare di Arturo Bocchini il quale si adopererà per aumentare il controllo della polizia sul movimento pentecostale con varie circolari ai prefetti, in cui spese a profusione le pseudo argomentazioni scientifiche del dott. Zacchi.
Ecco la trascrizione di quella perizia con la copia conforme all’originale che è possibile scaricarsi. In questo modo continuiamo a fornire a fornire così un servizio di pubblica utilità a tutti gli appassionati del pentecostalesimo e ai ricercatori onesti.
Dott. Cav. Uff. Osvaldo Zacchi
Medico-Chirurgo
Roma – Via Cavour, 44
Roma 16 luglio 1928
Egregio Cavaliere,
Aderendo al suo invito di formarmi un criterio circa le riunioni che si tengono da un’accolta di persone che spacciandosi per seguaci della Dottrina di Cristo convengono in dati giorni e ore della settimana in un locale sotterraneo pubblico sito in via Adige n. 20, mi sono recato ieri sera dalle ore 19 in poi al detto recapito, previa regolare autorizzazione verbale del nostro Vicariato.
Premetto che all’ingresso nessuna difficoltà mi fu fatta dai tenutari del locale e a mia domanda mi fu detto che chiunque vi può liberamente accedere.
Nella modestissima sala, sommariamente arredata, vidi raccolte una quarantina di persone, donne e bambini in maggioranza, perché notai solo una dozzina di uomini fatti. Esaminando attentamente i tipi convenuti rilevai che la quasi totalità apparteneva alle classi inferiori, prevalentemente campagnoli.
Non vidi alcuno – almeno all’apparenza – di intellettualità un po’ più elevata che potesse dimostrarmi dall’aspetto di appartenere alle così dette classi colte. Notai su qualche individuo, evidenti segni degenerativi a carattere epilettoide. Su molte delle donne, nei caratteri del viso, dell’occhio e dello sguardo, si potevano rilevare stimmate d’isterismo. Alcune donne avevano in braccio il proprio bimbo lattante, altre si tenevano vicini figlioletti in tenera età. Altri bambini, che non sembrarono accompagnati, erano in fondo alla sala, e fissavano, con curiosità istupidita, quanto avveniva intorno a loro.
Al suono di un harmonium, dietro invito di un uomo, modestamente vestito, che si trovava in cima alla sala, uomo che mi sembrava il dirigente della turba, i convenuti iniziarono dei canti in comune, canto in cui si glorificava Dio e Gesù. I pezzi musicali venivano sospesi ogni tanto e intramezzati con preghiere, invocazioni recitate alternativamente a solo da uno degli uomini o da una delle donne dell’assemblea.
Durante la recita di queste invocazioni il declamante si eccitava come sotto un influsso magnetico, e agitando le braccia, poi tutto il corpo si gettava a faccia avanti per terra. Negli istanti più salienti dell’invocazione gli astanti si univano al declamante con alte grida e gesti, gettandosi in ginocchio bruscamente, percotendosi il petto, singhiozzando, gridando con moti convulsi che qualche volta avevano dell’impressionante. Vidi presso di me una donna col bambino lattante al seno contorcersi, gridare e singhiozzare buttandosi in ginocchio contro la sedia come ossessionata e scotendo quindi la creaturina incosciente che portava al braccio a destra e a sinistra, tanto che mi aspettavo di veder ruzzolare tutt’ e due sul pavimento. Quando il fenomeno parossistico era giunto ad un certo limite forse voluto dal dirigente, ad un segnale l’harmonium attaccava di nuovo le note, s’intonava un canto collettivo, gli animi si quietavano e tutti prendevano parte gradualmente al canto.
Naturalmente giudicai che tutte quelle manifestazioni vadano ascritte a fatto di suggestione collettiva in soggetti neuropatici (isterici, epilettoidi) che evidentemente hanno subito influssi dominanti la loro volontà.
Non posso qui tacere quanto influiscano sullo stato di tali individui quegli autoeccitamenti il cui coefficiente emotivo si viene a trasformare in un danno per lo stato di salute del soggetto.
Per i bambini e gli adolescenti quello spettacolo secondo il mio giudizio è assolutamente dannoso alla salute influendo enormemente sull’equilibrio psichico delle loro facoltà e quindi predisponendo ulteriormente l’organismo allo sviluppo di forme nevropatiche funzionali e in seguito forse anche organiche.
Questa la mia sommaria relazione di quanto ho visto e questo il mio giudizio in parola sui fatti cui ho assistito.
Con ossequi
(F.to) Dr. O. Zacchi
Note
(1) Giancarlo Rinaldi, Pentecostali e Massoneria. Ma stiamo scherzando? stampato in proprio, Roma 2016, p.73. Errori che egli reitera anche nell’altro suo “capolavoro” dal titolo Una lunga marcia verso la libertà. Il movimento pentecostale tra il 1935 e il 1955, ed. GBU, Chieti – Roma 2017, p. 44. D’altronde in quest’ultimo volume egli non fa che replicare quanto detto nel primo rivestendolo dell’abito della domenica, eliminando, cioè, delle sue espressioni pagliacciesche e di ogni riferimento al volume La massoneria smascherata di G. Butindaro a cui invece si deve il merito di avere sdoganato una quantità impressionante di documenti inediti e avere aperto uno squarcio sulla storia del pentecostalesimo italiano. Questa è un’altra prova provata, insieme alle tante altre che abbiamo più volte denunciato sulla pagina facebook, che il prof. Rinaldi non ha mai consultato le fonti dirette, ma si è basato esclusivamente su quelle riportate da Butindaro perché se l’avesse fatto avrebbe notato che la data della visita non poteva essere il 25 luglio, visto che la perizia porta la data del 16, e Osvaldo Zacchi non era uno psichiatra ma un medico-chirurgo come si legge nell’intestazione. Basta consultare le fonti invece che copiare, e copiare pure male.
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