Le Assemblee di Dio in Italia
Come sono nate le Assemblee di Dio in Italia? Conosciamo davvero la loro storia?
Gli inciuci e i legami che hanno condotto alla nascita di questa organizzazione religiosa.
Le “Assemblee di Dio in Italia” (da adesso ADI) sono un’organizzazione religiosa nata nel 1947 a Napoli in occasione di un convegno che riunì diversi conduttori delle congregazioni pentecostali già erano presenti in Italia a partire dal 1908 grazie all’attività missionaria svolta da Luigi Francescon, Giacomo Lombardi, Pietro Ottolini, Lucia Menna e altri, provenienti principalmente dalla Chiesa Presbiteriana Italiana di Chicago, curata dal pastore valdese Filippo Grill, i quali avevano ricevuto il messaggo pentecostale dal pastore di estrazione battista riformata William G. Durham, della North Avenue Mission di Chicago.
Pertanto, cosa spinse la maggioranza dei conduttori pentecostali di allora a tradire i loro “padri nella fede” e a creare l’organizzazione religiosa ADI?
Le origini
Un ruolo fondamentale nella creazione delle ADI lo giocò un losco personaggio arrivato apparentemente in modo “misterioso” (ma in realtà non è così) dagli Stati Uniti che si chiamava Henry Hamilton Ness. Egli si presentò con degli stratagemmi senza essere stato invitato, quando nessuno dei pentecostali italiani di allora lo conosceva, al Convegno del 28-31 agosto 1946. Colui che lo introdusse e lo accompagnava era Herman Parli, un predicatore svizzero anche questi quasi sconosciuto ai pentecostali italiani di allora che grazie a degli stratagemmi era riuscito a mettersi in contatto con Umberto Gorietti e la comunità di Roma pochi mesi prima, precisamente nel dicembre del 1945. La motivazione – che poi si dimostrerà essere solo un pretesto -, era che H. Parli aveva ricevuto l’incarico dalle “Assemblee di Dio Britanniche”, che fino a quel momento erano del tutto estranee al pentecostalismo italiano, per sua natura autoctono, per accertarsi dello stato delle chiese(1).
Roberto Bracco, che oltre ad essere una delle principali figure delle ADI(2) fu tra gli attori principali e testimone oculare di quegli eventi, ci fa conoscere dei dettagli importanti. La testimonianza di R. Bracco costituisce una fonte primaria. E dalla sua posizione privilegiata in virtù del suo ruolo, narra quegli eventi vissuti in prima persona fornendoci una cronaca dettagliata di quello che accadde in quei giorni, parlandoci prima del Convegno del 1945 e poi di quello del 1946 e della relativa “visita” di Henry H. Ness. Ascoltiamolo dalla sua diretta voce:
“Nel convegno del 1945 che poteva essere considerato nazionale, per la prima volta fu posto all’ordine del giorno il problema dell’organizzazione; la proposta veniva da quella che era allora l’unica chiesa di Palermo, ma a questa proposta la reazione immediata fu tanto massiccia da indurre i proponenti a ritirarla senza che fosse messa in discussione.I fratelli giunti dal continente furono fra i primi e fra i più decisi ad opporsi al progetto e a convegno concluso i più soddisfatti di aver contribuito con la loro partecipazione a scongiurare il “pericolo (dell’organizzazione). Di fronte a questo fatto, appare almeno strano che soltanto alla distanza di un anno, e cioè nel convegno tenutosi a Roma nel 1946, la proposta venga presentata di nuovo, e non più da coloro che erano stati costretti a ritirarla, ma proprio da coloro che l’avevano respinta.E se si tiene presente che quel Convegno fu presieduto dal fr. N. D.Gregorio, diacono di quella chiesa di Chicago guidata dal fr. L. Francescon, oppositore dichiarato dell’organizzazione, la cosa sembra tanto strana da apparire addirittura paradossale.Tutto però può essere spiegato alla luce di due elementi; il movimento italiano aveva avuto, nel periodo fra i due convegni, contatti con fratellanze estere già organizzate e queste avevano esplicitamente consigliato di organizzarsi per poter affrontare, con il peso dell’organizzazione il problema della libertà religiosa. Il secondo elemento può essere indicato nell’arrivo proprio durante il convegno del 1946 del fr. H. Ness, di Seattle, che all’epoca era esponente non secondario delle Ass. of God degli Stati Uniti. Questo fratello, pastore di una grande comunità e direttore di una Scuola biblica fondata da lui stesso, era non soltanto assertore convinto dell’organizzazione, ma anche generoso e disinteressato consigliere per costituirla.Il paradosso fu proprio accentuato dalla contemporanea presenza in quel convegno degli esponenti dell’inorganizzazione e dell’organizzazione e cioè dei fratelli Di Nicola e Ness; purtroppo la presenza e la parola del secondo prevalse su quella del primo e l’organizzazione incominciò la sua marcia”(3).
A tutto questo bisogna aggiungere che l’anno dopo, Henry H. Ness tornerà a Roma dove terrà dal 5 al 15 Agosto 1947, delle conferenze, che allora venivano chiamate “Conversazioni bibliche”, aventi come tema proprio: “IL GOVERNO DELLA CHIESA E L’ORGANIZZAZIONE”(4). Il tema di quel convegno è chiaramento voluto proprio nel tentativo riuscito di persuadere i conduttori pentecostali a convertirsi dall’anti-denominazionalismo al denominazionalismo per creare le “Assemblee di Dio in Italia” .
Infatti, il nome della nuova denominazione fu mutuato dal rapporto d’intesa stipulato proprio in quel convegno con le Assemblee di Dio americane (Assemblies of God, USA) rappresentate proprio dal pastore Henry H. Ness. I lavori di quel Convegno si tennero presso lo stabilimento calzaturificio della famiglia Melluso (nota azienda ancora oggi attiva e fondata, guarda caso, proprio nel 1945) e che fungeva anche da sede della locale comunità e di cui si parla nella biografia di Henry H. Ness, mentre la sessione finale, in cui si verbalizzò l’atto costitutivo in “Assemblee di Dio in Italia”, si tenne lunedì 18 agosto (esattamente dieci giorni dopo l’incontro riservato in Vaticano tra H. Ness e il Papa) presso il tempio valdese di via D’uomo 275, Napoli. Ecco qui il verbale costitutivo firmato da Umberto N. Gorietti presso lo studio notarile di Francesco De Luca, martedì 19 agosto 1947, repertorio 950, progressivo 544.
Però tecnicamente non si può parlare ancora di “Assemblee di Dio in Italia” in quanto la Costituzione non era ancora entrata in vigore (cosa che avverrà il 1° gennaio 1948) per cui in materia religiosa e in riferimento alla questione della libertà di culto, i rapporti erano regolati dai “Patti Lateranensi” del 1929 secondo i quali il Cattolicesimo era l’unica religione di Stato mentre per tutte le altre erano regolate dalla legge n° 1159 del 29.6.1929 che si fondava sul principio della libera ammissione dei culti diversi dalla religione cattolica “purché non professino princìpi e non seguano riti contrari all’ordine pubblico o al buon costume”. Si può parlare ufficialmente di nascita delle “Assemblee di Dio in Italia” solo dopo l’entrata in vigore della Costituzione, e precisamente quando Umberto N. Gorietti, Roberto Bracco e Aurelio Pagano – rispettivamente presidente, segretario e tesoriere del “Consiglio Generale delle Chiese”, che allora si chiamava “Comitato esecutivo” –, registrarono la costituzione della nuova organizzazione religiosa, presso lo studio notarile di Carmelo Schillaci Ventura, a Roma, il 22 maggio del 1948.
Non vorrei sbagliarmi ma non sarei sorpreso se la prima organizzazione religiosa ad aver usufruito dei diritti della Costituzione siano state proprio le ADI. Se non altro perché il reale autore (ghost writer) degli articoli XVII, XVIII e XIX della Costituzione, che trattano la materia della libertà religiosa, era stato proprio Frank Bruno Gigliotti un uomo verso cui le ADI sono debitori(5). Infatti, Frank B. Gigliotti riveste, insieme ad Henry H. Ness, un ruolo fondamentale nella storia delle ADI. Gigliotti e Ness sono i veri costruttori delle Assemblee di Dio in Italia fino al riconoscimento della personalità giuridica e, probabilmente, anche oltre, dopo la loro morte, fino alle intese, per la forte influenza esercitata sulle istituzioni di allora da Licio Gelli, il maestro venerabile della loggia P2, che era stato iniziato alla massoneria e reclutato tra i servizi segreti americani proprio da Frank B. Gigliotti(6).
Fatti gravi nascosti
Vi sarebbe molto altro da dire ma ci riserviamo di farlo più avanti. Sia chiaro, però, che dalla storiografia recente emerge una storia sostanzialmente diversa da quella ufficiale raccontata dalla denominazione e ripetuta pappagallescamente dal CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) diretto dal prof. M. Introvigne e da tutti i libri che fino ad oggi si sono occupati della loro storia. La storia che questi personaggi raccontano è totalmente falsa! Addirittura su wikipedia troviamo che il fondatore fu nemmeno Francescon ma G. Lombardi che era già morto da quattordici anni (sic!)
Insomma, la storia che le ADI vanno vendendo di se stessi è una storia edulcorata da fatti gravi e importanti al punto che persino uno studioso pentecostale come Mark Hutchinson – già professore di storia del cristianesimo e del pentecostalismo all’University of Western Sydney e alla Cambridge University, in Gran Bretagna –, è costretto a riconoscere che la storia delle ADI così com’è stata raccontata fino ad oggi è una leggenda metropolitana da ascriversi alla sfera della mitologia.
- il Pastore Dott. Henry Hamilton Ness (delle Assemblies of God, USA) legato a massoneria e servizi segreti, di cui abbiamo già parlato, e che morirà suicida nel 1970;
- il Pastore Dott. Frank Bruno Gigliotti (della Presbiterian Church, USA), autore tra l’altro nel 1946 della “memoria difensiva” sui pentecostali stampata in milioni di copie e presentata anche all’allora ambasciatore italiano negli Stati Uniti, Alberto Tarchiani anche lui legato a massoneria, mafia e servizi segreti;
- il Pastore Dott. Charles Fama (legato anche lui a massoneria, mafia e servizi segreti) e altri personaggi legati all’ “American Committee for Religious Liberty in Italy” e al “National Association of Evangelicals”, in quegli anni molto attivi in Italia come ci informano anche vari studiosi laici, inclusi Ferdinando Imposimato, già presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, la Commissione parlamentare di inchiesta sulla loggia massonica P2 presieduta dall’On. Tina Anselmi e persino il gran Maestro del “Grande Oriente Democratico” Gioele Magaldi, giusto per citarne alcuni, da cui emerge un quadro abbastanza tetro di Frank B. Gigliotti (molto amico del primo presidente ADI, Umberto N. Gorietti), fatto di intrecci tra mafia, massoneria, servizi segreti, intrighi internazionali e persino con fortissimi indizi di collegamenti con fatti gravi sia della storia repubblicana del nostro Paese, come la strage di Portella della Ginestra, sia con fatti gravi di intrighi internazionali come l’omicidio del presidente americano John F. Kennedy(6).
Frank B. Gigliotti era legato alle logge massoniche P1 e P2 e ha rivestito un ruolo fondamentale non solo per le ADI ma anche nel gettare le fondamenta per la costruzione dell’Italia repubblicana in chiave massonica come ricnosce il massone Gianfranco Carpeoro.
Intrighi e inganni
Insomma quella delle ADI è una storia nata con l’inganno e continuata peggio. I credenti e i conduttori pentecostali convenuti a quel convegno dell’agosto 1947 vennero nascoste fatti fondamentali che se ne fossero venuti a conoscenza oggi noi staremmo qui a raccontare un’altra storia. Ad esempio venne nascosto chi fossero realmente e quali attività svolgessero quei personaggi appena nominati e che definire loschi è solo un eufemismo; venne nascosto che pochi giorni prima, l’8 agosto con precisione, proprio mentre la sera teneva le sue conferenze a Roma con i conduttori pentecostali, Henry H. Ness si era incontrato la mattina con il Papa in Vaticano per pianificare la nascita delle ADI. Egli non disse nulla ai conduttori pentecostali di quell’incontro in Vaticano: La mattina si è incontrato con Papa Pio XII e la sera ha svolto il suo seminario ai conduttori pentecostali. Quale coerenza!
Tale inganno ai danni di credenti e pastori pentecostali ignari di tutto ciò, si è protratto per decenni, almeno fino al al 2012, anno in cui esce il volume “La Massoneria Smascherata” di G. Butindaro la cui pubblicazione apre il vaso di pandora.
Perciò oggi molti pastori non esitano a parlare di un vero e proprio inganno orchestrato da questi loschi personaggi contro i primi pentecostali italiani.
Alto tradimento
La nascita delle ADI – come già alcuni attenti osservatori del fenomeno pentecostale hanno dichiarato –, rappresenta un tradimento storico e teologico del pentecostalismo delle origini. Storico per il taglio netto con le loro stesse radici rappresentati dai propri pionieri, com’e stato già detto, e dottrinale perché a partire dal 1947 cominciano ad entrare gradualmente, ma inesorabilmente, degli insegnamenti non solo sconosciuti al pentecostalismo delle origini ma che in molti casi gli stessi pionieri aborrivano. Il noto blogger evangelico Giacinto Butindaro, che da anni studia il fenomeno ADI, ha stilato una “lista delle eresie adiane” elencando ben 116 dottrine e pratiche ADI perverse aggiunte alla Sacra Scrittura. È per questo che G. Tramentozzi – già pastore delle ADI per oltre trent’anni ma pentecostale da quattro generazioni –, nel raccontarci la sua esperienza, non ha esitato a parlare di un vero e proprio inganno perpetrato dalle ADI ai suoi danni e ai danni dei suoi antenati in un interessante articolo dal titolo: “Ingannate tre generazioni: le confessioni di un pastore” che vi incoraggiamo a leggere.
Legalizzazione
Ad ogni modo, sempre grazie all’intervento di questi loschi personaggi legati a mafia, massoneria e servizi segreti, le ADI riusciranno a ottenere il riconoscimento giuridico come Ente Morale di Culto con D.P.R. del 5 dicembre 1959, n.1349 per l’intervento diretto del presidente degli Stati Uniti, e, dopo quasi trent’anni, firmeranno un’intesa con lo Stato divenuta Legge 22 novembre 1988 n.517. Così oggi le ADI costituiscono la denominazione evangelica più numerosa e potente presente sul territorio italiano, con un patrimonio immobiliare di parecchie centinaia di milioni di euro.
Parlando di cifre, essi affermano di formare una popolazione evangelica di circa 100.000 persone (il CESNUR addirittura parla di 165.000 senza fornire alcuna fonte). In realtà sono settant’anni che affermano di essere centomila. Già nel dopoguerra diffondevano queste cifre. Possibile che le ADI non crescano, né diminuiscano?
Mentivano allora o mentono adesso? Oppure si tratta di una cifra indicativa, arrotondata, per creare un impatto sull’opinione pubblica? Noi siamo persuasi, invece, che hanno sempre mentito e che si tratta di cifre volutamente gonfiate. Tale convinzione si basa sull’esperienza di nostri associati che hanno lavorato alla sede nazionale ADI e facevano lo sfoglio del censimento. Pertanto le nostre stime – basate sia sul racconto di ex pastori che ci hanno svelato il meccanismo menzognero del censimento, sia su contatti diretti sull’intero territorio nazionale i quali ci dicono del gran numero di fuoriusciti degli ultimi anni –, ci fanno propendere per una cifra più realistica che oscilla tra i 20.000 e i 25.000, ma non oltre.
Riflessioni conclusive
Al di là dei numeri, che abbiamo voluto riportare solo per accuratezza, questa è solo una sintesi della storia delle ADI perché vi sarebbe molto di più. cosa che faremo in questo blog con degli approfondimenti tematici. Già nel 1958, come leggiamo in questo articolo del “The Pentecostal Evangel” viene evitato di menzionare i nomi dei pionieri italiani calvinisti e antidenominazionalisti che con sacrificio, sofferenze e persecuzioni avevano portato il messaggio pentecostalle in Italia.
Quella delle ADI è una storia che andrebbe totalmente rivisitata da storici seri, imparziali e intellettualmente onesti a differenza di quanto è stato fatto negli ultimi anni da vari personaggi afferenti alle ADI, i quali, nel tentativo (mal riuscito) di rispondere alle pesanti accuse di collusioni con la massoneria e i servizi segreti ne hanno mistificato i fatti, peggiorando ulteriormente l’immagine delle ADI.
Henry H. Ness e Frank B. Gigliotti nel creare la denominazione “Assemblee di Dio in Italia” (ADI) hanno sepolto tutto quello che avevano fatto e insegnato L. Francescon, G. Lombardi, P. Ottolini e tutti i pionieri pentecostali per schierarsi a favore di quello che questi pionieri pentecostali avevano combattuto per tutta la vita, in molti casi pagandone le conseguenze con il carcere, il confino e in qualche caso persino con la morte.
Creando le “Assemblee di Dio in Italia” (ADI), i pentecostali che vi aderirono hanno di fatto imposto ai pionieri pentecostali una seconda morte e una seconda persecuzione, ancora più tragica da un certo punto di vista, rispetto alla prima perché ne hanno offeso l’eredità e rinnegato le origini per amore del denaro che qualcuno àmbito ADI ha definito “il Piano Marshall evangelico” con riferimento al fiume di denaro proveniente dalle Assembnlies of God americane verso le chiese pentecostali d’Italia.
Pertanto, essere eredi di Francescon, Lombardi, Ottolini e di tutti i pionieri pentecostali, significa ripartire dai temi del proponimento dell’elezione di Dio, o predestinazione, e dell’anti-denominazionalismo e del congregazionalismo biblici, mentre con la nascita di questa denominazione si consuma, de facto, un vero e proprio tradimento delle origini a fronte del fiume di denaro che i loschi personaggi prima menzionati fecero arrivare ai pentecostali italiani. È la storia che si ripete, perché anche Esaù vendette la propria primogenitura per una minestra di lenticchie (Ge 29:25-34).
Note
- Roberto Bracco, Il risveglio pentecostale in Italia, stampato in proprio, Roma, p.18. Fruibile gratuitamente su internet.
- Roberto Bracco è considerato uno dei “padri” del Movimento Pentecostale Italiano. Prolifico scrittore e predicator di eccezionale oratoria, è stato il primo segretario delle “Assemblee di Dio in Italia” e l’autore della prima bozza dello Statuto delle ADI, oltre ad essere stato il fondatore e il primo direttore dell’Istituto Biblico Italiano (IBI) e fondatore e primo direttore del “Risveglio Pentecostale”, l’organo ufficiale delle Chiese Evangeliche ADI.
- Roberto Bracco, La verità vi farà liberi, stampato in proprio, Roma, pp. 6, 7. Fruibile gratuitamente su internet.
- Risveglio Pentecostale, Anno II, 1947, n.1, p.11; The Pentecostal Evangel, 11 ottobre 1947, p.11.
- The Fabulous Frank Gigliotti, p.5 cit. in Giacinto Butindaro, La Massoneria Smascherata, stampato in proprio, Roma 2012, pp.455-456.
- Tina Anselmi (presidente), Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia massonica P2 (Legge 23 settembre 1981, n. 527), Camera dei Deputati e Senato della Repubblica, IX Legislatura, Doc. XXIII, n.2, p.11. Ferdinando Imposimato, La Repubblica delle stragi impunite, ed. Newton Compton, Roma 2012, pp.31. Ferdinando Imposimato, I 55 giorni che hanno cambiato l’Italia: Perché Aldo Moro doveva morire?, ed. Newton Compton, 2^ ed. Roma 2013, p.40. Sergio Flamigni, Trame Atlantiche. Storia della loggia massonica segreta P2, ed. Kaos, Milano 2014, pp.30-31. Angelo La Bella & Rosa Mecarolo, Portella della Ginestra: la strage che ha cambiato la storia d’Italia, ed. Teti, 2003, p.52. Gioele Magaldi, Massoni , Società a responsabilità illimitata: La scoperta delle Ur-Lodges, ed. Chiarelettere, Milano 2014, pp. 47, 103, 220, 298-299, 410. Giacinto Butindaro, La Massoneria Smascherata, stampato in proprio, Roma 2012, pp. 365-804. Fruibile gratuitamente su internet. In lingua inglese segnaliamo: lo scrittore Terry Melanson, Frank Gigliotti: Minister, Freemason, OSS and CIA. Lo storico Philip, Puppetmasters: The Political Use of Terrorism in Italy, p.22 e lo scrittore massone Leo Zagami, Confessions of an Illuminati, Volume II.